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Cronarmerina - Dicembre 2015

Eccovi lo studente fuori sede nel 1937

Giuseppe Peritore, studente a Piazza nel 1937
Prof. Giuseppe Peritore, classe 1922
Dopo avervi fatto partecipi delle impressioni di uno studente fuori sede a Piazza negli anni '30, è arrivato il momento di presentarvelo. Si tratta di Giuseppe Peritore, nato nel 1922 a Licata dove vive tuttora. Laureatosi in giurisprudenza nel 1946 fa l'avvocato, poi l'insegnante di filosofia e storia, infine è professore al liceo di Licata e Canicattì. Lascia gli studi storici per dedicarsi a quelli di filosofia-teologia della storia e filosofia della religione pubblicando numerosi scritti. Qualche giorno fa mi sono imbattuto su internet nella storia che lui fa della sua vita, sotto il titolo di "La Storia di una Famiglia media", dove ho trovato le interessanti impressioni sulla nostra Città nell'anno in cui, proveniente dalla sua città, frequenta il Magistrale e che vi ho proposto in quattro puntate. Chi vuole approfondire maggiormente può cercare cliccando su:
http://docs.exdat.com/docs/index-518489.html?page=2
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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Campanile scomparso

 
Proponendovi la 10^ e la 10^ bis vedute della Città, vi avevo accennato al campanile della chiesa di S. Domenico, nel complesso del Seminario Vescovile, indicato con la freccia bianca nella foto in alto, con la rossa nella foto in basso, accanto a quello di S. Vincenzo. In effetti le foto panoramiche sino ai primi anni '40 presentavano il campanile "vivo  e vegeto". Ma in seguito alla sua instabilità, che poteva provocare dei crolli improvvisi, il vescovo di allora, mons. Mario Sturzo, prese la decisione di far abbattere la parte eccedente sino al tetto dell'edificio sottostante. Ma ci chiediamo: "La campana, se era una, che fine ha fatto?". Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it   
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Soluz. Aguzzate la vista n. 21/Fontana n. 2

Nella foto in alto c'è la Fontana Sottopontegalleria n. 2 di cui fa parte il mascherone proposto nel quesito Aguzzate la Vista n. 21. Nella foto in mezzo c'è la Fontana Sottopontegalleria n. 1. In quella in basso c'è il sito della Fontana Sottopontegalleria n. 2. Si trovano a pochi metri l'una dall'altra, lungo la via Canale Carmine al Casalotto. Quella in basso è ancora più difficile da individuare perché si trova in un cortiletto appartato in cui ci si deve andare appositamente. Nei tempi passati erano molto conosciute per le fermate dei mezzi di trasporto di allora: muli e asini si dissetavano prima del loro rientro.

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

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1937 - Studente fuori sede/4

Il Vescovo mons. Mario Sturzo (1861-1941)

"Chiudo il periodo piazzese rendendo omaggio a due uomini di valore che operano nella città dei Normanni. Mario Sturzo, il fratello di Luigi, è il vescovo di Piazza Armerina. In rotta con la curia romana per via delle sue ardite pubblicazioni su S. Agostino è in odore di giansenismo. Quando Mussolini si ferma a Piazza per visitare la tomba del generale Cascino (nel 1936), tutte le autorità cittadine sono lì a salutare il capo del fascismo. Mario, impassibile, resta in vescovado e manda il Duce a farsi benedite. Insegna al Magistrale superiore un ventiseienne catanese, professore d'italiano, alto, magro, con i capelli biondi lunghi fino alle spalle e barbetta. Somiglia a Gesù di Nazareth della "rock opera" Jesus Cgrist super star. E' Cannavà, un discendente di Vincenzo bellini. Il fascino della sua parola è senza pari. In Paolo e Francesca, ne Il Conte Ugolino, i suoi alunni, immobili e con gli occhi fissi su di lui, hanno gli occhi pieni di lacrime. Di lui ricordo il discorso d'inaugurazione dell'anno scolastico in una affollatissima aula magna e la commemorazione della morte di D'Annunzio. Egli morirà di grave malattia dopo qualche anno che io ho lasciato Piazza Armerina. Nessuno dei suoi studenti potrà mai dimenticarlo." (continua)

cronarmerina.it

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L'icona preziosa

Ieri mattina presso la pinacoteca comunale c'è stata la presentazione dell'ICONA RITROVATA, della quale sino all'altro ieri si è potuta ammirare solo la stampa. Nella breve introduzione il sindaco Carmelo Nigrelli, nell'ultima iniziativa del suo mandato amministrativo, ha voluto ricordare come suo padre, prof. Ignazio Nigrelli, abbia individuato tanti anni fa l'icona tra gli scaffali della Biblioteca Comunale, riconoscendone immediatamente l'enorme valore storico-artistico. L'icona chiamata Madonna col Bambino, dipinta a tempera e olio, rappresenta la Madre della Consolazione e dopo più di un anno di restauro, per le pessime condizioni della tavola di tiglio, effettuato con estrema perizia con tecniche all'avanguardia di alta precisione dal giovane maestro ennese Pier Paolo Tirrito, potrà essere finalmente ammirata. Per oltre un'ora il dirigente della soprintendenza ai Beni Culturali Artistici di Enna arch. Luigi Gattuso e lo storico dell'arte Maria Katja Guida, ci hanno illustrato il capolavoro databile tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500, molto probabilmente del pittore cretese Nicola Tzafuris, non riuscendo però a stabilirne l'ubicazione nè la provenienza durante tutti questi secoli. Un altro prezioso pezzo si aggiunge così al lungo elenco di pregevoli opere d'arte della nostra Pinacoteca, sta a noi usufruirne e, come ci ha ricordato la sovrintendente a i BB.CC. di Enna arch. Fulvia Caffo, curarne la manutenzione e la tutela in futuro. Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it      
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10^ bis Veduta della Città

Veduta da Sud, fine Ottocento inizio Novecento
Eccovi la stessa 10^ veduta di ieri, con uguale orientamento e periodo, ma un po' più ravvicinata e utilizzata come cartolina postale. Quello che salta subito agli occhi è, per prima cosa, la presenza del grande 2° campanile (della chiesa di S. Domenico) da sx dopo quello di S. Vincenzo, se guardate le foto dei periodi successivi non lo si trova più perchè abbattuto per minaccia di crollo. La seconda osservazione riguarda la gran quantità di case a un piano, al massimo due, in basso al centro. Qui, inoltre, si distingue più nettamente, in basso a dx, la grande vallata che c'era sotto l'odierna via Roma. Questa zona scoscesa faceva ottima guardia sul lato Est dell'antica Città che, inoltre, proprio da questo versante, aveva una delle 7 porte sulla via proveniente dalla Tacura. La porta era chiamata dell'Ospedale, perché qui si ebbero i primi elementari edifici adibiti a ricoveri per i pellegrini e i viandanti, retti dai frati dell'Ordine di S. Giacomo d'Altopascio sin dal XII secolo. La via Roma per l'esposizione a Sud era la più ambita dagli artigiani sino agli anni '60/'70. I più numerosi erano i fornai, i falegnami, i fabbri (ecco perchè si chiamava a f'rraria) e persino qualche fotografo. Approfittavano della luce e del calore del sole, quasi sempre battente sugli edifici, per svolgere la maggior parte delle loro attività fuori dai laboratori sul grande marciapiede. Per rinfrescarsi a pochi passi c'era a funtanèdda da villa sempre a disposizione. L'esposizione, la lunghezza e la larghezza di questa via, a pochi passi da ciàzza Garibaldi, la resero molto idonea allo svolgimento delle fiere-mercati annuali, senza dimenticare l'ottima vista verso û ciangh û t'rr'mòt (il Piano Terremotoo Piano Sant'Ippolito) per godere du iòchu fòcu p' menzaùstu (dei fuochi d'artificio per Ferragosto).
cronarmerina.it
   
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10^ Veduta della Città

Veduta da Sud, fine '800 inizio '900
Questa è una delle tante foto della nostra Città di questo periodo, fine Ottocento inizio Novecento. La veduta è da Sud (anche se nella foto è indicato Sud-Ovest) e il primo campanile che si nota in alto a sx è quello tra le chiese di S. Vincenzo e Sant'Antonio Abate. Accanto a dx ce n'è uno che oggi non esiste più. Probabilmente deve essere quello di S. Domenico, nel complesso del Seminario Vescovile. Abbastanza grande, lo troviamo distintamente anche in altre foto, però sino in quelle degli anni trenta/quaranta¹. Ancora più a dx svetta quello di S. Giovanni Evangelista, più in basso al centro è la fila di edifici inconfondibile che già caratterizza la via Roma (ex f'rraria), chiaramente limitata dalla zona più scura della valle sottostante, in seguito colmata da abitazioni del quartiere Canali e, soprattutto, dalla Villetta delle rose (oggi Villa Gen.le Ciancio). Infine a dx la chiesa di S. Maria delle Grazie unita al convento dei Frati Cappuccini.
¹ Verrà abbattuto negli anni Cinquanta per minaccia di crollo.
cronarmerina.it
 
  
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1937 - Studente fuori sede/3

Insegnanti e alunni delle scuole superiori di Piazza, anni '30 e '40*
"L'anno trascorso a Piazza Armerina è uno dei ricordi più belli della mia adolescenza. L'Istituto Magistrale è diretto dalla signora Garzaroli, ottima preside. Miei professori: Pappalardo, lettere, un padre di famiglia, affettuoso, benvoluto da tutti. Quando si ha la comunicazione ufficiale che i soldati tedeschi hanno invaso l'Austria, fa mille sforzi per convincerci che Hitler ha ben ragione di annetterla alla Germania. La signora Bottari è la nostra professoressa di francese; viene da Grenoble. Il professore Argento, ottimo insegnante di matematica. Il prof. Amore insegna musica. Zio Cocò, disegno. Un ufficiale della Farnesina, ginnastica. Un centurione della Milizia, reduce della disfatta di Guadalajara (guerra civile, Spagna), cultura militare; padre Federico, religione. Il detto popolare Co nescia arrinescia (Chi va fuori del proprio paese rinasce), ha fondamento. Tranne la seconda elementare e un po' la prima classe d'Avviamento, fino al 1937 sono un "intellettualmente inferiore". La scuola di Piazza Armerina scopre che io faccio il miglior tema di italiano di tutto il Magistrale inferiore e mi manda ad Enna per gli Agonali. Sono bravo in latino. Il professore Argento mi fa scoprire la matematica. Sono il più bravo di francese; sono il solo e unico della classe che sa fare la piccola conversazione. In palestra salgo la pertica in pochi secondi; salgo la corda a squadra. I miei compagni di classe mi vogliono bene. Ricordo ancora Di Stefano, Secondo, Mongelli e La Vaccara (mio avversario in matematica). Supero l'esame di licenza." (continua
*La foto è tratta dal "Calendàri â ciaccësa - Öttövr 2011" di Lucia Todaro.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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Famiglia La Vaccara

Stemma presso il chiostro dei Carmelitani "vacca passante"
Il primo nome che troviamo appartenente a questa famiglia è quello di Giovanni Pietro La Vaccara eletto nel 1574 priore del Convento dei Carmelitani di Plaza. Il Priore dal 1574 al 1579 realizza la costruzione degli ultimi due portici del chiostro (ecco spiegato la presenza del suo blasone scolpito nella seconda colonna del portico nella foto). Per trovare altri nominativi di questa famiglia dobbiamo fare un salto di quasi tre secoli. 1815 Giacomo La Vaccara è dottore e senatore urbano, lo stesso anno Gaetano è consulente (consigliere comunale), giudice supplente e, nel 1830, iscritto alla Carboneria. 1816 Benedetto è fidecommissario della Chiesa Madre e nel 1838 è decurione (altro termine equivalente a consigliere comunale), Gaetano è consulente comunale. 1842 Calogero La Vaccara è medico e fa parte della commissione per collocare un cimitero nella "selva" del convento francescano di S. Maria di Gesù. 1839 il dott. Domenico è decurione, 1848 Filippo, Giuseppe e Maria La Vaccara contribuiscono al prestito per contrastare l'esercito borbonico. Giuseppe sarà sindaco nel 1859 e rimosso l'anno dopo. 1848 il dott. Pasquale La Vaccara fa parte del Comitato Rivoluzionario Piazzese insieme ad altri 13 e recluta piazzesi nella Guardia Nazionale. Nel 1849 è il 2° eletto (vicesindaco), nel maggio 1860 è tra i membri del Comitato Rivoluzionario che si riunisce nell'abitazione del dott. Vincenzo Bonifacio. Intorno al 1850 è rettore dell'ospedale Chiello, e alcuni anni dopo viene allontanato. 1860 Adelaide La Vaccara effettua una grossa donazione all'ospedale Chiello. 1860 ca. Tommaso La Vaccara è canonico tesoriere delegato del Tribunale della Regia Monarchia e Apostolica Legazia di Piazza. 1874/1960 Giuseppe è sacerdote e prevosto della Cattedrale ed è tra i fondatori dell'attuale Liceo Classico. 1892 l'avv. Benedetto La Vaccara-Giusti (1848-1915) umanista e poeta è sindaco (1879-1882) e successivamente deputato al Parlamento per la XVIII legislatura (1892-1895), esiste una via in Città a lui intitolata. 1901 Giuseppe e Alfonso La Vaccara sono consiglieri comunali. 1914 il notaio Calogero La Vaccara è consigliere comunale. Dal novembre 1941 al gennaio del 1942 mons. Giuseppe La Vaccara è parroco-prevosto e governa la Diocesi alla morte del vescovo Sturzo, esiste una via in Città a lui intitolata. 1943 Luigi è tra i promotori del movimento separatista di Finocchiaro-Aprile. Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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