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Oggi S. Barbara

Particolare del quadro di Santa Barbara c/o la Pinacoteca Comunale
La chiesa di Santa Barbara in via Roma¹
A Piazza non poteva mancare una chiesa intitolata a Santa Barbara (foto in basso). Infatti, dalla fine dell'Ottocento a metà Novecento, moltissimi erano i minatori piazzesi di tutte le età che lavoravano nelle miniere di zolfo di Grottacalda, Floristella, Baccarato, e Santa Barbara è la loro patrona. Per essere stata torturata col fuoco, col taglio delle mammelle e decapitata, insieme alla sua amica Giuliana, è invocata contro la morte improvvisa per fuoco, perciò gli esplosivi e i luoghi dove vengono conservati sono chiamati in suo onore santabarbara. Quasi sempre vediamo la sua effigie accostata a una torre (anche nella foto in alto se ne scorge una a dx). Questo è dovuto al fatto che la leggenda vuole che suo padre Diòscoro, pagano del III secolo d.C., l'avesse rinchiusa in una torre per proteggerla dai suoi pretendenti. L'aver voluto l'apertura di una terza finestra nella torre (come simbolo della Trinità) svelò al padre la conversione al cristianesimo della figlia, denunciandola al magistrato romano. Oggi, oltre alla visita nella chiesa, sarebbe il caso di farne una presso la Mostra Permanente della Civiltà Mineraria in via Garibaldi, sede della centenaria Lega Zolfatai dove, oltre alla mostra di cristalli del minerale che fu fonte di reddito per migliaia di famiglie, si possono osservare gli attrezzi e i luoghi di "divertimento" di tanti nostri parenti, amici e conoscenti. Prima di chiudere, vi ricordo la frase che da piccolo sentivo ripetere alle donne durante i forti temporali con tuoni e fulmini:
Santa Barbarùzza ch'è càuda a f'rrùzza.
 
Quella che ricorda mia moglie invece faceva così:
Santa Barbara era fòra s' scantàva de' làmpi e tròna,
l'Angiulìddu ci dicìa: venitìnni ca cu mmìa
ca dicèmu n'Avemarìa! 
 
¹ Proprio in edifici dove c'è oggi la chiesa e lungo l'odierna via Roma, verso la piazza Garibaldi, vi fu nel 1150 ca. il primo ospedale di Piazza retto dai frati appartenenti all'Ordine di S. Giacomo d'Altopascio. Appunto per questo la via e la porta della Città, esistente dove adesso c'è un'edicola dedicata alla Madonna, erano chiamate via dell'Ospedale e porta dell'Ospedale.   
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it      

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