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I carröbbi

I carröbbi

Questo è anche il periodo che si possono vedere e acquistare le carrubbe (in gallo-italico, carröbbi). Queste sono i frutti della pianta del carrubbo spontanea e sempreverde tipica del bacino del Mediterraneo, ma presente sino in Portogallo e molto resistente nelle zone aride. Oltre a carrubbe i frutti si chiamano vajane e nei tempi passati integravano l'alimentazione dei nostri avi e delle loro cavalcature, mentre oggi, private dei semi, vengono usate per l'alimentazione del bestiame. Ma la farina di carrubbe, ricca di zuccheri naturali e di carboidrati, è povera di grassi e non contiene caffeina, pertanto può essere usata al posto del cacao di cui ricorda il sapore ed inoltre non contiene colesterolo, quindi molto indicata nella preparazione dei dolci. A proposito dei semi, durissimi e immangiabili, possono però essere macinati ottenendo una farina dai molteplici usi nella produzione alimentare umana. I semi ritenuti particolarmente uniformi come dimensione e peso, sono stati utilizzati come unità di misura per pesare le pietre preziose. Infatti, dal nome del seme in arabo qiràt o karàt deriva il carato, equivalente a un quinto di grammo, ma in realtà si è visto che esiste una leggera variazione tra i semi. Ancora oggi in Tunisia e in Algeria viene usata una moneta detta Kharrubah. La diffusione del carrubbo in Sicilia è merito dei Fenici che nei frutti trovarono un sostituto dei datteri. In Sicilia e nell'Asia Minore era tenuto tanto in cosiderazione da essere oggetto di venerazione da parte dei cristiani, normanni e musulmani e si ritiene fosse sacro a S. Giorgio. L'albero del carrubbo a duecento anni è considerato giovane, e più invecchia più diventa robusto e rigoglioso. Per finire qualche curiosità: lo sciroppo di carrubbe preparato dalle donne a Scicli, nel ragusano, è usato come tonificante per raddoppiare la forza di resistenza al lavoro più duro; durante la Guerra Civile spagnola a Barcellona si constatò che gli scolari poveri costretti a nutrirsi di sole carrubbe, non erano affetti da malattie dispeptiche contrariamente agli scolari benestanti. Gaetano Masuzzo/cronarmerina

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