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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Soluz. Aguzzate la vista n. 13

Anche questa volta il Comitato del Nobile Quartiere Monte ha indovinato il palazzo. Infatti, si tratta del cornicione principale nella facciata del Palazzo di via Vittorio Emanuele II proprio di fronte l'ingresso della Biblioteca Comunale. Il palazzo, prima di diventare di proprietà della famiglia Sceberras, era stato del Capitano di Giustizia Felice Trigona  II marchese di Dainammare (feudo presso Assoro) III di Canicarao (feudo presso Comiso) VI barone di San Cono Superiore e morto nel 1709, che lo costruì intorno al 1650. Il Comitato Monte mi fa sapere che, per oltre un ventennio, fu adibito a ospizio e convitto per suore anziane, attualmente è di proprietà della Diocesi ospitante la sede della Caritas e dell'Associazione "Girasole".
 
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Porte della Città/di S.Giovanni Battista

Porta S. Giovanni Battista Genn. 2013
Porta S. Giovanni Battista anni '20
La terza porta di Piazza, a meno di 200 metri da quella "della Scattiola", è quella che prende il nome dalla chiesa, poi diventata Commenda, di S. Giovanni Battista. Infatti, prima della Commenda, intorno all'anno 1100, esisteva già la piccola chiesa di S. Giovanni Battista, costruita su una precedente dedicata a S. Maria del Soccorso nel quartiere, chiamato appunto, del Soccorso. Mezzo secolo dopo, i Cavalieri Ospedalieri di Gerusalemme, iniziano la costruzione della Commenda-Ospizio dove poter accogliere temporaneamente i bisognosi di cure e di riposo, specie i cavalieri di passaggio diretti in Terra Santa. Nel 1308 viene soppresso l'Ordine dei Cavalieri Templari e tutti i loro beni passano ai Cavalieri Ospedalieri e nel 1420, rispettando l'eredità di Giovanni junior de Caldarera, barone di Camemi, i Cavalieri istituiscono la Commenda-Percettoria di S. Giovanni Battista dè Caldarera, con compiti di amministrare i beni e propagandare la religione degli Ospedalieri, al fine del reclutamento presso i giovani di Placie. La Commenda è stata nei secoli un punto di riferimento di vitale importanza strategica, soprattutto nella difesa delle mura e della porta, nel versante Est della Città. A pochi metri fuori le mura, intorno al XV secolo, esisteva il cimitero di S. Giovanni Battista, dove poi fu costruita la chiesa di S. Stefano. Nel 1740 vi fu trasferito dal Monte, l'Orfanotrofio di "S. Maria degli Angeli" (ex Ritiro delle Vergini Povere) che prese il nome di "Ritiro di S. Giovanni Battista di Rodi" nonchè Ritiro di Donato. La Porta di S. Giovanni Battista venne abbattuta nel 1848 per l'ampliamento della "Strada del Principe" (oggi via Garibaldi) e le due statue raffiguranti S. Andrea Avelllino e S. Gaetano (rispettivamente II e III compatrono della Città), che erano ai lati della porta, furono poste davanti la chiesa di S. Lorenzo o dei Teatini. In questo modo la Città si aprì verso il Piano Botteghelle, iniziando la successiva espansione.
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Famiglia Bonaccolti

D'argento alla fascia di rosso sormontata da una testa di cinghiale di nero cimata da una crocetta d'argento
Nel 1520 questa famiglia si trasferisce a Plaza con Pietro di Bonacolta, regio commissario e sindacatore del Regno, e già si trova iscritta alla Mastra Nobile della Città con Girolamo de Bonaccolti barone di Geracello. Nel 1555 Paolo e Mariano Bonacolta firmano i Capitoli di la pachi presso la Chiesa Madre, perché fanno parte del partito degli Aguglia e dei Trigona. Nel 1556 Antonio de Bonacoltis è barone del feudo di Racali; 1564 Francesco Bonaccolta partecipa all'elezione a giudice; 1565 e 1587 Nicola e Pietro Paolo, giurati della Città, chiedono e ottengono la concessione di una cappella nella chiesa di S. Francesco (al Monte). Nel 1608 Francesco de Bonaccolti è giurato e insieme ad altri paga 400 onze per ottenere per la Città il Titolo di Spettabile. 1637 i nobili Bartolomeo e Giuseppe Bonacolsi sono giurati e nel 1659 Luigi Bonaccolti è barone di Friddani e proconservatore. Nel 1638 suor Cecilia Bonaccolti è monaca nel Monastero di S. Anna e nel 1640 Ludovico Bonaccolti è il maestro in Teologia e superiore del Convento Francescano al Monte, che acquista l'attigua chiesa obsoleta di Santo Spirito, per poi abbatterla e ampliare il piano antistante la chiesa di S. Francesco, rinnovandone anche la facciata.
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