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Ricordi inediti su P. Carmelo Capizzi/5 In evidenza

Belluno, città del Veneto di ca. 36.000 abitanti

Ricordi e fatti inediti/5

Carmelo predice l’elezione di un vescovo
In uno dei tanti viaggi che mio fratello Carmelo faceva nel Bellunese per venirmi a trovare o per altri motivi, ebbe l'occasione di conoscere don Giuseppe Andrich, allora rettore del seminario diocesano di Belluno, con il quale faceva lunghe conversazioni. Un giorno che eravamo soli, io e lui, spesso l'accompagnavo e parlando di monsignore Andrich, mi disse che era un personaggio importante e che, a parer suo, avrebbe fatto carriera, naturalmente con la consacrazione a vescovo. La conversazione terminò  lì, ma quella quasi profezia rimase dentro di me per lungo tempo, finché un giorno, dopo alcuni anni, mi trovai a tu per tu con don Giuseppe che, gentilmente, mi aveva offerto un passaggio con la sua macchina da Auronzo di Cadore a Belluno. Strada facendo si parlava del più e del meno, cose di poca importanza, e a un certo punto gli chiesi: “Don Giuseppe quando ti faranno vescovo?”. La sua risposta fu “Mai”. Io lo incalzai dicendogli che Padre Carmelo mi aveva detto che con molte probabilità lo avrebbero fatto vescovo, ma lui con tono deciso mi disse: “No, tuo fratello ha sbagliato tutto sul mio conto, io non sarò mai vescovo”. Passarono gli anni e il vescovo di Belluno Monsignor Savio si ammalò, purtroppo, di un brutto male e  don. Giuseppe, che era suo vicario, faceva le sue veci sostituendolo in tutte le funzioni per il periodo della sua lunga malattia. Arrivò il nefasto giorno che Mons. Savio passò a miglior vita e la Diocesi di Belluno-Feltre rimase, per così dire, orfana e quindi bisognava nominare un altro pastore. Chi meglio di don Giuseppe avrebbe potuto sostituire il defunto prelato, che era ormai già pratico dell'ufficio e dei gravosi compiti propri del vescovo? Così che, il nostro amato don Giuseppe fu nominato e quindi consacrato vescovo nella medesima Diocesi. Quando lui venne a Limana (n.d.r. comune in prov. di Belluno) per la visita pastorale, dopo la Santa Messa, andai in sacrestia per salutarlo e gli ricordai quello che mi aveva detto mio fratello circa dieci anni prima. Mi rispose, accennando un sorriso, che avevo avuto ragione e da quel giorno io e il vescovo Andrich siamo rimasti ottimi amici.

continua in Ricordi inediti su P. Carmelo Capizzi/6

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