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Il poeta rivoluzionario Gangitano In evidenza

Come avevo accennato trattando degli organari e degli organi presenti nella Cattedrale di Piazza Armerina, nel 1886 fu impiantato l'organo del cremasco Pacifico Inzoli. Dalla pubblicazione su un social network di due documenti originali da parte del prof. Marco Incalcaterra, veniamo a sapere che per l'occasione il nostro concittadino Cav. Francesco Gangitano scrisse due odi, di cui una la troviamo nella foto in alto con firma autografa, mentre della seconda, dedicata all'armonista Roberto Remondi¹, sappiamo solo il titolo, L'ADDIO. Francesco Gangitano non era solo un poeta, ma lo troviamo, assieme al fratello Antonino, componente e segretario del Comitato Rivoluzionario nel 1848. L'anno seguente, nel mese di gennaio, per la rinuncia alla carica di parlamentare da parte del piazzese Pietro Trigona Stella di Mandrascate, Francesco Gangitano (anche Gancitano) viene eletto nel Distretto di Piazza a Deputato nella Camera dei Comuni «nella quale fu assai attivo, intervenendo spesso nei dibattimenti di quei pochi mesi di attività parlamentare». Nel maggio del 1860, quando sbarcano i garibaldini a Marsala, il nostro Gangitano lo troviamo rinchiuso nel carcere del Castello Aragonese per le sue idee rivoluzionarie e non solo², ma pochi giorni dopo, il 18 maggio «In colonna serrata, i rivoluzionari - allorché cresciuti di numero - si avviarono al Palazzo di Città percorrendo la strada del Principe (oggi via Garibaldi), lungo la quale abbatterono le insegne borboniche, poste sopra la porta dell'Ufficio di Polizia. In Piazza Pescara (oggi Piazza Garibaldi) furono date alle fiamme i ritratti dei re Borboni da Liborio Platamone dei Pojri, mentre Ercole Trigona della Floresta con un manipolo di uomini armati corse alle carceri e liberò Salvatore Prestifilippo, nonché il poeta Francesco Gangitano, già deputato del Distretto di Piazza nel 1848».  

L'ode nella foto in alto non si legge bene e la ripropongo di seguito soprattutto per farvi notare l'uso di termini tipici e inconsueti del periodo poetico della seconda metà dell'Ottocento.

Arte d’incanto è questa?.. o, schiusa l’etra,
Il rapito pensier, colà s’india?..
Quai cherubici accordi, e qual penètra
Eccelsa voluttà l’anima mia?..

Di Calliope il figliuol, ecco, la cetra
Cruccioso infrange, e scaglia in su la via,
Ma per le sfere spazia, e non s’arretra
Lo insubrico Signor de l’Armonia. –

Ei non morrà: finché scintilla duri
De’ gran portati, che il suo Genio crea,
Saldo starassi in faccia a’ di venturi.-

E acceso il petto de l’eterna Idea
Del Bello, che non langue, i perituri
Traverso a l’Opra avviseran la Dea.-

Cav. Francesco Gangitano

¹ Nato a Fiesse (BS) nel 1850, ricoprì l'incarico di organista e maestro di cappella presso il Duomo di Brescia e, successivamente, quello di organista della Cattedrale di Piazza Armerina. Nel 1892 passò alla carriera didattica al Liceo Musicale di Torino sino al 1911. Morì a Torino nel 1928.

² Dalla biografia che scrive l'avv. Alceste Roccella (1827-1908) su Uomini Illustri, sappiamo il Gangitano che aveva un temperamento violento e non disdegnava l'uso delle mani e delle armi. Questo diffetto lo portò diverse volte ad essere condannato. Prima di essere liberato durante la Rivoluzione del 1860, si trovava in carcere in attesa dell'esito della revisione della condanna a 25 anni di lavori forzati, comminatagli dalla corte di Caltanissetta per l'assassinio di un certo Pasquale Cantella (Alceste Roccella, Storia di Piazza Volume 3 - Uomini Illustri, ms. inedito, sec. XIX, [PDF], pp. 153-154). 

cronarmerina.it

 

Commenti  

0 #1 Giorgio 2016-07-03 12:41
Questo sito recupera storie ed annedoti particolari che altrimenti non avremo mai saputo, noi poveri mortali. Grazie come sempre prof.
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