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Fontana dei Canali/n. 14

E' la più importante fontana con abbeveratoio presente a Piazza e soddisfava, e soddisfa, le esigenze degli abitanti della zona e di chi proveniva dalle zone del Casale, Paratori, Mangone, Piazza Vecchia, Indirizzo etc. L'acqua, prima della costruzione della fontana, era utilizzata soprattutto dalla vicina conceria per la lavorazione del pellame e del cuoio che secoli prima era nei pressi dell'odierno Seminario Vescovile. Più di recente l'acqua era di vitale importanza per il vicino stazzöngh (fornace per terracotta e zzucculetti). Quando fu realizzata la fontana, nella seconda metà del XIX secolo, fu costruito anche il vicino lavatoio per la biancheria con oltre 20 "postazioni" (foto in basso) a dimostrazione del grande afflusso che doveva esserci. La fontana è costituita da quattro canali, dai quali sgorga perennemente gran quantità d'acqua proveniente dalle sorgenti poste sul monte e c/da Doniamare. Alcuni libri affermano che i mascheroni rappresentano le quattro facce dei quattro fratelli Dello Spedale che li scolpirono. Per altri, invece, rappresentano i visi dei quattro uomini più significativi del Risorgimento, considerato il periodo della loro realizzazione (1875 ca.): da sx Giuseppe Mazzini, Camillo Benso conte di Cavour, Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi. La fontana ha dato anche il nome a uno dei quattro quartieri che formano la Città, il quartiere Canali che iniziò a formarsi consistentemente nel 1396, quando vi giunsero gli abitanti superstiti dei casali Gatta (a Sud-Est verso Mirabella Imbaccari) e Polino (a Ovest in direzione di Pietraperzia) che, mostratisi ribelli agli Aragonesi, furono distrutti da Martino il Vecchio duca spagnolo di Montblanc (1356-1410). Sino al 1492, anno della loro cacciata, il quartiere accolse anche una gran moltitudine di Ebrei, tanto che nel fondovalle esisteva la Giudecca, e si pensa che la chiesa di S. Lucia fosse originariamente una sinagoga, mentre la parte prossima alle mura della città accoglieva il borgo chiamato S. Maria dell'Itria. La presenza di questa chiesa, dalla quale prese il nome il borgo a Sud-Ovest della Città, dimostra il culto religioso della Madonna tipicamente bizantino diffusosi in tutti i territori sottoposti ai Bizantini e che per secoli accomunò tutti i Siciliani. Questo culto era così identificativo dei Siciliani che, nel 1594, il Papa autorizzò i Siciliani di Roma a costruire una loro chiesa e un loro piccolo ospedale dedicati alla Madonna dell'Itria. Così la chiesetta romana venne costruita in quella che ora si chiama via del Tritone, al n. 79¹, ma che prima si chiamava "via di Costantinopoli", dove tuttora c'è scritto Proprietas Siculorum e che vi invito, da buoni Siciliani, a visitare la prossima volta che andrete a Roma. Dopo aver ricordato l'importante significato dell'antico culto bizantino della Madonna anche per noi piazzesi, la nostra chiesa "da calata d l'Itria" non meriterebbe di essere recuperata e riaperta immediatamente?

¹ La chiesetta si trova proprio di fronte la sede del quotidiano nazionale Il Messaggero.

cronarmerina.it         

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