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Gaetano Masuzzo

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La terza Meridiana

 
Questa è la terza Meridiana di Piazza. Si trova tra due finestre (foto in basso), al piano terra dell'edificio del Monastero delle Benedettine di S. Giovanni Evangelista, prospiciente "a stràta a féra" (via Umberto), proprio di fronte l'ex Magistrale. Come si vede si tratta di una meridiana molto artigianale, niente a che vedere con le prime due di "piazza Fundrò". Essendo stata fatta in gesso, è ormai quasi del tutto sparita e sono rimasti soltanto 3 numeri. Mi ricordo, che fino a qualche anno fa, c'era ancora il gnomone di ferro. Se conoscete altre meridiane segnalatemele.
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Tanino ringrazia

 

Mio cognato Tanino Platania, per ringraziare tutti coloro che si sono complimentati, attraverso questo blog, per il suo recente premio al Concorso di Tremestieri, mi ha inviato la poesia con la quale ha vinto e che con piacere pubblico

… “Se così sta scritto….. Buon Natale”.
 
Dop, ‘na speci  d’ cunzéggh comunàu,
p’ vénz u diàvu  e  scanc’llè, dâ  terra,  u màu,
i Tré: Patri, Fìggh’ e u  Sp’r’tu  Santu,
fanu a p’nzàda  ch’ ungh’ dî  ièddi  avèa dè  tànt.     
 
Parrànn cu cösta antica  ddéngua  e cu tànt amör,                     
r’vanu a conchiusiöngh’ ch’ avèa ess u Figgh’ a carrier’s u d’lör.                                                          
… “Scì ! P’ Natàli ggh’è u brìu    Bamìngh”, diss u Patri  na d’scussiöngh’,
“ma sta  nàsc’ta,  poi, apprèss,  porta  ad ô  sagr’fìzi dâ  curciuf’ssiöngh”.
 
“Jé  û söi,” r’br’cà u Figgh’,  “ch’ ggh’iöi  danànzi a crösg
ma, söi ‘mpùru ch’, pî  cristiai, cösta è a vera sarvaziöngh”,
e,  senza pèrd  témp, tutti ‘nsèmu,  ad â ‘na söla vösg’            
nan  ggh’ fu  mànch  u  b’sògn d’ fèr  a vutaziöngh’, 
 
tant ch’  u Sp’r’tu Santu avèa d’ già  scrìvùit, nû Ddìbr, tutta  a Passiöngh’:
u trad’mént, i ciöi, a curöna d’ spini  e ‘mpùru u f’nàu   r’surreziöngh’.
Allöra u Patri, brazzà u figgh’, ggh’ dès   a mangh’
e , p’ fer’s  capì d’ tutti,  parrà  tantìcchia  taliàngh’:        
“ la cosa mi fa stare male,  ma se così sta  scritto… Buon Natale”.
                                                Tanino Platania
 
Se così sta scritto.…Buon Natale
Dopo  una specie di  un consiglio comunale, ( una sorta di riunione)
per vincere il diavolo e cancellare dalla terra il male,
(in riunione) i Tre:  Padre,  Figlio e  lo Spirito Santo,
pensano (decidono)   che uno di  loro (per il bene del  mondo) debba  sacrificarsi e dare tanto.
 
Parlando con questa lingua antica e con  tanto amore
stabiliscono che deve  essere il Figlio a caricarsi  il peso del  dolore.
“Si, (Però stiamo attenti )! Per Natale, per la nascita del Bambinello, tutto sarà bello;disse il Padre durante la riunione,
ma questa nascita, ( questa incarnazione) in seguito, porterà al sacrificio della crocifissione”.
 
“Io (tutto questo) lo so”, replicò il Figlio, “so che mi aspetta la croce,
ma so pure che, per i veri cristiani, la croce (la morte e la resurrezione) rappresenta la vera salvezza”,
e, senza perdere tempo, di comune accordo e, quindi,  ad  (all’unanimità)  una sola voce
non ci fu nemmeno  bisogno della votazione,
 
tanto che lo Spirito Santo aveva di già scritto, nel Libro, tutta la Passione (di Cristo):
il tradimento, i chiodi, la corona di spine e pure il finale con la Resurrezione.
Allora il Padre, abbracciò  il Figlio, gli diede  la mano
e, per farsi comprendere da tutti, parlò un po’ in  italiano: (il gallo-italico è una lingua  compresa  da pochi, mentre la lingua nostra….)
“la cosa mi fa stare male,  ma se così  sta scritto…..Buon Natale”.
 
                                                              

 

Specialisti all'Industriale

Istituto Industriale "Calogero Cascino" anni '50
Ex Istituto Industriale oggi sede Uffici Comunali
L'Istituto Industriale, nato come Regia Scuola Tecnica nel 1864, la prima sede l'ebbe nel Palazzo Vescovile al Monte, sotto la direzione del sacerdote Giuseppe Vaccaro. Mezzo secolo dopo, nel 1908, gli viene annessa la Regia Scuola di Avviamento Professionale, a Tipo Industriale e Agrario con Arti e Mestieri, che aveva sede nell'adiacente edificio, ex chiesa di San Giovanni Di Dio e poi Ospedale. Nel 1927 la scuola è intitolata al deputato al parlamento e sottosegretario di Stato Calogero Cascino (1864-1932), fratello del Generale Antonino. Dopo questa breve storia leggetevi (dopo la prima) la seconda parte dedicata all'Istituto da un altro ex:
 
GLI SPECIALISTI DELLA DIDATTICA
 
Un docente che ricordo particolarmente era il Prof. XY. La sua lezione iniziava quasi sempre con una grattatina alle parti intime, una bella pulizia al naso davanti a tutti noi mentre controllava il registro, ed una accurata pulizia alle orecchie fatta infilando la chiave della macchina prima nel foro destro e poi in quello sinistro. Dopo aver controllato accuratamente, con occhio critico, la quantità di cerume asportata, finalmente ci concedeva un po’ del suo sapere. Se doveva spiegare, si portava verso la lavagna ed incominciava a scrivere senza curarsi minimamente di quello che succedeva alle sue spalle. Per lui le principali regole della didattica non esistevano; cosa gliene importava se nessuno capiva, o se stavamo nascosti a leggere il giornale? L’importante era andare avanti con il programma, tanto poi a giugno era possibile, così come spesso avveniva, rimandare a settembre la maggior parte degli allievi senza che il preside, i genitori o qualche ispettoredicesse qualche cosa. Sovente si vantava del fatto che era in grado di dirci già ad ottobre quanti ne avrebbe rimandati, e spesso manteneva le minacce (allora era opinione comune che gli insegnanti fossero degli dei scesi sulla terra per concederci un po’ del loro sapere).
Immaginiamo cosa succederebbe adesso, nella scuola moderna, se un insegnante si permettesse di rimandare a settembre il 95% degli alunni: apriti cielo! Lettere sui giornali, indagini da parte del Provveditore ed anche del Ministero, ecc. Invece da noi tutto veniva accettato supinamente, e così i genitori erano costretti poi a pagare le ripetizioni estive, fatte magari dai colleghi degli insegnanti che ci avevano bocciati. Durante l’estate vi era infatti un continuo scambio di alunni, tanto che molti insegnanti guadagnavano (in nero) di più in quei due mesi che durante tutto l’anno. In pratica l’insegnante che ci rimandava, consigliava egli stesso a chi rivolgersi per le lezioni, così poi lui poteva ricevere in cambio gli altri alunni che il suo collega aveva, molto diligentemente, provveduto a rimandare.
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