ExclusiveCentraleSx
ExclusiveCentraleDx

Cronarmerina - Dicembre 2014

Aspettando il nuovo Vescovo/i primi 2 Delegati

Filippo Maria Trigona Bellotti 1° Delegato della Diocesi di Piazza nel 1818
 
La Diocesi di Piazza fu eretta con la bolla pontificia Romanus Pontifex il 3 luglio 1817 da papa Pio VII dopo una richiesta inoltrata da re Ferdinando IV già nel 1805. Dall'erezione alla nomina del I Vescovo nel 1819 (mons. Girolamo Aprile Benso), furono nominati 2 Delegati o Vicari Apostolici piazzesi per la nostra Diocesi. Il primo, nel 1818, fu mons. Filippo Maria Trigona Bellotti (1735-1824) dei baroni di Imbaccari Sottano/Terra di Mirabella e S. Cono, già vescovo di Siracusa dal 1807. Il secondo, per pochi mesi del 1819, fu mons. Gaetano Maria Trigona Parisi (1767-1837) dei baroni di Sant'Andrea già vescovo di Caltagirone nel 1818 sino al 1833, quando fu elevato ad Arcivescovo di Palermo. L'anno successivo divenne cardinale, ma morì tre anni dopo di colera a Palermo. A Piazza a lui è intitolata la via Trigona Cardinale nel quartiere Casalotto.
cronarmerina.it
Leggi tutto...

Fontana Sotto Dommartino/n. 9

Quella nella foto è la Fontana n. 9 Sotto Dommartino del mio censimento. È la fontana che si trova sotto la strada della circonvallazione (ex via Padova dal 2011 via Don Milani), proprio in direzione dei resti della chiesa di Dommartino, in cima al quartiere Casalotto. Sono due piccole vasche, una più piccola in pietra, l'altra in pietra e cemento, che raccolgono l'acqua che sgorga da un lungo e grosso tubo di ferro in discreta quantità. C'è chi dice che l'acqua provenga dalla contrada soprastante di Muliano e abbia qualche relazione con una sorgente di buona qualità. Sarà per questo che è molto frequentata da tanti cittadini che ne fanno rifornimento.
cronarmerina.it 

 

  • Pubblicato in Fontane
Leggi tutto...

Aspettando il nuovo Vescovo/1

Mons. Girolamo Aprile Benso 1° Vescovo di Piazza nel 1819
Girolamo Aprile Benso è il primo Vescovo (dal 1819 al 1836) della nuova Diocesi di Piazza. Nato a Caltagirone nel 1760 fu nominato prevosto della Collegiata di San Giuliano e parroco della Chiesa Madre di quella città. Nominato Vescovo di Piazza nel 1819, ebbe l'onore e l'onere di impiantare le strutture diocesane e di avviarne la formazione dotandola di una propria fisionomia. Di particolare ingegno e cultura, riuscì a mettere ordine, grazie ad un regio decreto, nei rapporti con le autorità civili per i matrimoni definiti di "coscienza". Mosso dall'amore per la pastorale, guidò personalmente la sistemazione e l'organizzazione delle chiese filiali dell'unica parrocchia allora esistente, la Cattedrale, le cui anime furono affidate al prevosto. Morì a Enna nel 1836 dove venne seppellito nella Chiesa Madre, ma nessuna lapide ne indica la tomba. Già nel 1834, per curare una sua grave malattia e per la tarda età, aveva ottenuto un ausiliario nella persona del piazzese mons. Vincenzo Velardita, vescovo titolare di Gortina (isola di Creta). (tratto da Annuario diocesano, Diocesi di P. Armerina, Ed. Lussografica, CL 2011)
cronarmerina.it
Leggi tutto...

Cavalieri di S. Lazzaro

 
I Cavalieri lebbrosi di San Lazzaro
Il primissimo sito dei Cavalieri di San Lazzaro era un antichissimo lebbrosaio fuori dalle mura settentrionali di Gerusalemme nei primi secoli dell'era cristiana, posto sotto protezione di San Lazzaro (mendicante lebbroso protagonista della Parabola di Gesù: Lazzaro e il ricco Epulone). Erede di quella tradizione, l'Ordine omonimo si costituì nel 1099, restando comunque legato alla cura della lebbra, malattia infettiva e cronica con lesioni cutanee considerata la malattia più antica del mondo; se Templari e Ospitalieri contraevano il morbo dovevano infatti lasciare i loro confratelli e unirsi ai lazzariti. La presenza di uomini d'arme che la lenta progressione della malattia rendeva ancora efficienti, stimolò una rapida militarizzazione dell'originaria struttura ospedaliera e la suddivisione in cavalieri e in frati serventi, dedicati alla cura dei malati. Combattendo valorosamente la loro attività umanitaria si guadagnava le donazioni di potenti benefattori, primo fra tutti il re di Gerusalemme Baldovino IV: per il giovane sovrano, salito al trono già malato di lebbra, i confratelli di San Lazzaro furono indispensabili. Dopo la caduta di Gerusalemme del 1187 Saladino, impressionato dalla loro opera, mise l'Ordine sotto la sua protezione. I cavalieri lebbrosi adottarono come simbolo una croce verde: colore tradizionale degli ospedali ma anche dell'islam, forse in omaggio a quel degno avversario. Posti sotto la Regola agostiniana, furono riconosciuti nel 1255 da papa Alessandro IV. Nel frattempo si erano spostati ad Acri, che nel 1291 contribuirono a difendere strenuamente finendo sterminati. I pochi lazzariti superstiti ripiegarono con altri ordini su Cipro e quindi in Europa, presso i priorati fondati in vari Paesi: quello francese di Boigny, vicino a Orléans, fu a lungo sede del Gran Maestro. Col tempo la generale e graduale scomparsa del morbo, anche per merito delle loro strutture, stemperò il doloroso legame personale tra la lebbra e i cavalieri, che si buttarono sulla guerra navale nel Mediterraneo contro i corsari. A partire dal XVI secolo diversi pontefici tentarono di fonderli con gli Ospitalieri, ma queste disposizioni rimasero lettera morta fino al 1572, quando papa Gregorio XIII decretò la soppressione dell'Ordine e la sua fusione con l'antico Ordine di San Maurizio e Lazzaro, affidato alla dinastia sabauda. Il ramo francese dei lazzariti, che si era opposto allo scioglimento, fu unito da re Enrico IV a un'altra compagine cavalleresca, diventando nel 1608 l'Ordine di San Lazzaro e di Nostra Signora del Monte Carmelo. Abolito nel 1790 con la Rivoluzione e ricostituito dalla Restaurazione, si estinse definitivamente nel 1830. (Tratto da FocusStoria, luglio 2013)
cronarmerina.it
Leggi tutto...

Un piazzese minatore

A proposito dei tanti Italiani, Siciliani e Piazzesi andati in Belgio a lavorare nelle miniere, Armando Caltagirone mi ha spedito questa foto di suo zio in primo piano all'uscita da una miniera negli anni '60. Come si vede, il morale, nonostante tutto, non era pessimo anche perché la vita che si era dovuta lasciare a oltre 2.200 Km più a Sud non era così migliore.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
  • Pubblicato in Uomini
Leggi tutto...

Famiglia Nicastro

D'argento alla banda formata da fusi di nero
Della famiglia Nicastro o Neocastro sino al XVII secolo non abbiamo nomi di piazzesi. Infatti, nel 1282 Bartolomeo Nicastro è giudice a Messina con re Pietro d'Aragona. Nel 1584 Basilio Nicastro è vice portulano (sovrintendeva alla custodia del porto) di Messina. 1638 Giovanni Antonio Nicastro è barone di Moschitta (nel territorio di Caltagirone). 1650 Vito Nicastro è Regio Maestro credenziere dei tarì della secrezia di Siracusa. Il primo piazzese che ci risulta è Padre Giuseppe Nicastro che nel 1697 è docente nel Collegio dei Gesuiti di Platia e l'anno seguente ne è il rettore. 1711 Paolo Francesco Nicastro è barone di Moschitta e senatore, sindaco e patrizio a Caltagirone. 1904 Filippo Nicastro acquisisce il titolo di barone di Lago. A Piazza esiste soltanto uno stemma di questa famiglia e si trova sull'arco di un portone d'ingresso in via Santa Chiara 21.
cronarmerina.it
Leggi tutto...

Fontana c.da Ronza/n. 8

 

Eccovi l'8^ fontana, è quella di contrada Ronza, a poche centinaia di metri dalla grande area verde attrezzata "Parco Ronza" a 8 Km. ca. dalla nostra Città.

cronarmerina.it

  • Pubblicato in Fontane
Leggi tutto...

Cavalieri del Santo Sepolcro

Stemma dei Cavalieri Custodi del Santo Sepolcro
 
Chiesa e Priorato di Sant'Andrea¹

Anche l'Ordine del Santo Sepolcro nacque con la prima crociata. Quando nel luglio del 1099 i cristiani conquistarono la Città Santa, la guida del nuovo dominio fu offerta a Goffredo di Buglione. Questi applicò la propria qualifica di advocatus (difensore) Sancti Sepulcri ai suoi cavalieri e fondò una milizia per sorvegliare la Chiesa del Santo Sepolcro, trovata dall'esercito cristiano in stato di abbandono. Come emblema i "guardiani" adottarono quello del pio Goffredo: una croce centrale con 4 croci più picocle tra i suoi bracci, a evocare le 5 piaghe di Gesù crocifisso. Nell'agosto dello stesso 1099 l'Ordine del Santo Sepolcro, che la tradizione voleva composto all'inizio di soli 50 uomini, partecipò alla vittoria di Ascalona sui musulmani fatimidi d'Egitto. Presto un capitolo di canonici dediti alla cura delle anime e a opere di pietà si affiancò ai veri e propri militi del Santo Sepolcro, sempre più numerosi. Nel 1113 arrivò l'imprimatur papale; la regola era quella agostiniana. In obbedienza al patriarca latino di Gerusalemme, i cavalieri alternavano gli originari compiti onorifici a un'assidua attività militare. Nel 1291 i paladini del Santo Sepolcro si dispersero nei loro priorati, sorti nel frattempo in Europa. Nel 1489 papa Innocenzo VIII dissolse l'Ordine in quello degli Ospitalieri; ma la decisione fu annullata dal successore Alessandro VI Borgia, il quale prescrisse anche che fosse il custode francescano di Terrasanta a creare nuovi cavalieri "sulla pietra del Sepolcro". Quest'Ordine fu ripristinato nel 1847 da Pio IX, che lo riformò e lo pose sotto la tutela diretta della Chiesa: un papa, Pio IX, ne divenne gran maestro. Nel 1949 Pio XII conferì ai Cavalieri del Santo Sepolcro la personalità giuridica di diritto canonico, con sede legale in Vaticano. Gli scopi dell'Ordine sono oggi quelli di sostenere materialmente la presenza cristiana in Terrasanta e alla sua guida c'è un cardinale nominato dal pontefice. L'Ordine conserva il celebre motto latino medievale delle Crociate: Deus lo vult (Dio lo vuole).

¹ Di questo Ordine a Piazza esiste la chiesa di S. Andrea, mentre del cenobio non vi è più traccia. Furono costruiti intorno al 1137 e nel 1261 papa Urbano IV dichiara che il Priorato è tenuto a dipendere esclusivamente e direttamente dal Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel 1495 papa Alessandro VI riconosce il priorato di Sant'Andrea come bene ecclesiastico di regio patronato, pertanto il priore sarà eletto dal Re, godendo così del privilegio di sedere al XXXV posto nel Parlamento di Palermo. Nel 1892 il cenobio, dove vivono 1 custode, 4 cappellani, 1 sagrestano e 1 inserviente, viene ceduto al Comune di Piazza Armerina per istituirvi un ospedale. Nel 1907 il sacerdote e storico Calogero Minacapelli (m. 1928) è l'ultimo Gran Priore nominato dal Re d'Italia perché, nel 1930, il sacerdote aidonese Giuseppe Velardita, è nominato dal vescovo.

cronarmerina.it   

 

Leggi tutto...

U quinn'sg d'Aöst

15 Aöst 1962
 
Con la processione e il ritorno in Cattedrale intorno alle 23:00 del Glorioso Vessillo di Maria SS. delle Vittorie, si concludono le feste dell'Agosto Armerino e con esse le ferie dell'emigrante, costretto a tornare, a malincuore, la sera stessa del 15 agosto. La valigia è già pronta subito dopo â bummiàda. Il poeta in questa poesia in lingua gallo-italica ne coglie la malinconia.
 
 

U quinn'sg d'Aöst

Ciannàn Madonna 'n cèlu
a tanti 'nt l'öggi ggh' cala 'n vèlu.
'Ntra staséra e dumàngh
u förestér torna dduntàng.
 
U témp d' npatri e 'n gloria
â Madonna dâ V'ttoria
e u fö dâ stagiunàda
d'vénta frédd d'nv'rnàda.
 
Câ bummiàda
a valig' è pronta, taccàda.
F'nì a maschiàda !
Cumenza a Traviàta.
 
'N'uggiàda 'mpannàda ad amisgi e parént'
a paròdda s' nz'rragghia nû dént.
Sv'ntulia u m'caör
p' muccè scuncert e d'lör
 
e u n'vett ch' p'cchiulia
döna ad â partenza u via.
U viàgg è ddöngh cu cör 'mp'natù
s' coggh' a stràta p' annè a fér u mù.
 
... E zzà, a Ciàzza, a part, d' dumàngh
ggh'è cu spetta, arréra, a v'nua dû figgh dduntàngh.
 
Tanino Platania
 
(dalla raccolta Pénz e dì, Ed. Paruzzo, CL, 2010)
 
Leggi tutto...

Il Palio di una volta / 11

(da Il Palio di una volta/10) Per finire la carrellata di foto degli anni '60, non poteva mancare il sig. Carmelo Conti, che col suo carrettino pieno di leccornie secche e abbrustolite ci deliziava il palato. Càlia e m'r'canèlla, calacàuzzi e s'mènza si comperavano a chili, con le "conseguenze" che tutti conosciamo, ma u Menzaöst sènza 'st còsi mu savé dì chi è? (continua)

 cronarmerina.it 

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Ricerche Storiche

Censimenti

Storia Civile

Storia Ecclesiastica

Curiosità

Come Eravamo