1918 - La Spagnola
Crocerossine distribuiscono pasti alla popolazione, 1918 |
Nel novembre del 1918, come tutti sappiamo, ebbe termine la Prima Guerra Mondiale. La Sicilia aveva contribuito alla "vittoria" con 65.000 morti di cui 270 Piazzesi. Complessivamente i morti Italiani erano stati 650.000 su un totale di ca. 9.000.000. Come se non bastasse, dal mese di giugno dello stesso anno una terribile influenza, la Spagnola, perché si credeva provenisse dalla Spagna, si era diffusa in Europa con gli ultimi focolai nella nostra nazione proprio nel mese della fine del conflitto. Ma il contagio si estese a tutto il globo terrestre a partire dai primi mesi dell'anno successivo, il 1919, e in ogni paese venne ribattezzata con nomi diversi. In realtà i primi focolai venivano dalla Cina ed erano arrivati in Francia con gli operai cinesi chiamati a sostituire i francesi al fronte. Alla fine di aprile del 1918 la malattia si diffuse in Spagna. La prima ondata fu blanda ma la seconda dell'autunno durò circa 8 settimane. La chiamavano la malattia dei 3 giorni, perché se passavano quelli potevi dirti fortunato. La malattia prendeva il nome della nazione confinante, secondo una vecchia tradizione che faceva del vicino il primo nemico e delle malattie il veicolo di lotte egemoniche. Per i polacchi si chiamava "mal sovietico" e per i Russi il contrario. Metà degli abitanti della Terra furono contagiati e i morti stimati in oltre 20 milioni (più del doppio del conflitto mondiale appena conclusosi). In USA 300.000 decessi, in Russia 450.000, in Italia 350.000, in Inghilterra 225.000, in India 12 milioni !! In misura minore in altri paesi. A Piazza, che nell'ultimo censimento del 1909 risultava popolata da quasi 32.000 abitanti¹ i morti, che di solito si aggiravano intorno ai 400 come media, quell'anno con la Febbre Spagnola salirono a 910, l'anno successivo rientrarono a 316. In Italia si sparse la voce che il disinfettante dato nelle strade dalla nettezza urbana veicolasse i germi dal male, secondo un piano segreto del governo Orlando di ridurre la popolazione. Nessuno raccoglieva più nei campi i raccolti, le frontiere erano chiuse, come lo erano i teatri e tutti i luoghi di ritrovo. I rimedi spaziavano dalla fantascienza allo sciroppo Proton, buono all'epoca per tutto. Il rimedio più efficace risultò essere una mascherina sulla bocca che evitava in caso di tosse o starnuto la diffusione del morbo.
¹ Questo numero di abitanti della nostra Città è secondo soltanto a quello registratosi nel 1921, di 38.000, quasi il doppio di quello odierno.
cronarmerina.it
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