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Cronarmerina - Dicembre 2015

Dedicata alla "mia" Capuana

Il lungo corridoio della "mia" Scuola Media "L. Capuana"
 
 Panorama della Città dalla Scuola Media "L. Capuana"

  Quando passo accanto a quella che fu la mia sede d'insegnamento per oltre vent'anni, sento gli stessi sentimenti del poeta prof. Girolamo Giusto. Lui, insegnante di lettere per molti anni al Liceo Classico di Piazza Armerina che aveva sede nell'odierna Scuola Media "L. Capuana"¹, dopo essersi trasferito a Catania a metà degli anni Trenta, ricorda la "sua" scuola con grande malinconia che il desiderio di rivederla ingigantisce ancora di più.

 

LA ME SCOLA

 
Ddu biancu currituri granniusu
ti pari 'na palumma quannu trasi;
chiù granni certu ci nni sù Ginnasi,
ma com' a chistu nun ci nn'è ariusu!
 
Supra d'un colonnatu maistusu
guarda, ddà sutta, ammunziddati casi;
'nfunnu, casini, 'ntra lu virdi spasi,
li Cappuccini e Custantinu aurusu.
 
E lu cori s'allarga! E, quannu trasu,
dintra dda scola, ch'è la scola mia,
ccu la menti l'abbrazzu e mi la vasu.
 
Ddà mi 'nsignai, e dopu ddà 'nsignai;
e mai la 'ntisi sta malincunìa,
chi lu lammicu fa chiù nìura assai! 
 
Girolamo Giusto
(CHIAZZA li so campagni e la cugghiuta di li nucciddi, Officina Tip. "LA STAMPA", CATANIA 1937, p. 29)
 
Traduzione
 
LA MIA SCUOLA
Quel bianco corridoio grandioso
ti senti una colomba quando entri;
più grandi certo ce ne sono Ginnasi,
ma come a questo non ce n'è arioso!
 
Sopra un colonnato maestoso²
guarda, la sotto, ammucchiate case;
in fondo, casini, tra il verde sparsi,
i Cappuccini e Costantino dolce.
 
E il cuore si allarga! E, quando entro,
dentro quella scuola, che è la scuola mia,
mentalmente l'abbraccio e me la bacio.
 
Là m'insegnai, e dopo là insegnai;
e mai la sentii questa malinconia,
che il desiderio fa più nera assai!
 
¹ La Scuola Media "L. Capuana" dal 2001 è stata aggregata al I Circolo Didattico "Trinità" e alla Scuola dell'Infanzia e Scuola Primaria plesso "Canali" per formare l'Istituto Comprensivo "L. Capuana" che, dall'anno scolastico 2013/14, aggregandosi con l'Istituto Comprensivo "F. Cordova" di Aidone, ha formato l'attuale Istituto Comprensivo "F. Cordova - L. Capuana".   
² È quello del sottostante chiostro dei Gesuiti.
 (prossima poesia dello stesso autore: La Catradali)
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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Due Hotel di Piazza nel 1903

 
Via Roma 61, la freccia indica dov'era l'Hòtel Trinacria
Da un quotidiano del 1903 apprendiamo che a Piazza in quel periodo esistevano almeno due Hotel. Infatti, troviamo la pubblicità dell'Albergo del Leone e quella dell'Hòtel et Restaurant Trinacria. Il primo si trovava in piazza Umberto I, accanto alla Commenda di S. Giovanni Battista, da dove si poteva assistere ai concerti al piano Duilio, ma ancora senza il monumento ai caduti. Il secondo si trovava al n. 61 della via Roma (già Ferraria, come dice l'inserzione pubblicitaria). Dai nomi altisonanti potremmo presupporre che il numero di stelle fossero non poche, ma allora ci si accontentava di molto meno di oggi, anche se il prezzo "da Lira Una in su" di una camera singola, che allora si chiamava "camera a solo", non scherzava². Basta considerare che allora un salario d' 'n v'ddàngh era di circa £ 1,50 o giörn, quasi quanto il costo di una camera singola in un B&B di oggi, come quello appena inaugurato nel portone accanto.   
 
¹ Non sono riuscito a sapere da quando esiste la classificazione per gli alberghi, mentre per i ristoranti quella della Guida Michelin c'è dal 1931.
² Una Lira del 1900 valeva circa 20 Euro di oggi.
 
cronarmerina.it
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Chi fa da sé, fa... la fontanella

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A proposito della Fontanella di Piazza Duomo, Sergio (a dx nella 2^ foto dall'alto) mi ha segnalato che circa un anno fa (9 e 10 agosto 2013) alcuni abitanti del Monte si erano messi di gran lena per rimetterla in piedi e perfettamente funzionante. Infatti, le foto mostrano i signori che si sono dati da fare, ai quali vanno i nostri ringraziamenti, in specialmodo a Franco Calì (foto in alto) sempre pronto e attivo. Sono foto che mostro con grande piacere perché tanti sono i Piazzesi che amano la propria Città rendendola più vivibile, al contrario di alcuni che sarebbe meglio mandare in "esilio"!
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 
  • Pubblicato in Cose
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Fontanella Piazza Duomo/n. 8

 
Questa fontanella, coperta dalle solite auto posteggiate "diligentemente", si trova nella piazza dove si trova la Chiesa principale della Città, ovvero il Duomo, e l'inferriata accanto la divide dalla via intitolata alla moglie del barone Marco Trigona che lo fece costruire, Laura de Assaro. La piazza Duomo per diversi secoli è stata il centro della nostra Città, da quando il numero delle abitazioni, che erano sorte attorno alla prima Chiesa Madre di San Martino nel 1163, s'ingrandì verso l'alto del Colle Mira (verso il basso, ovvero nel Vallone di Riso, era impossibile perché versante molto scosceso) a tal punto da considerare Strata Mastra (strada principale) non più l'odierna via Crocifisso, bensì l'odierna via Monte. Ancora prima della via Crocifisso, la strada principale della nascente Placea era stata l'odierna via Misericordia, perché collegava il Vecchio Castello, poi Convento Carmelitano, Convento Francescano e, infine, Ospedale Chiello, con l'allora Chiesa Madre di San Martino. La via Misericordia prima era chiamata a strata di li chiappi, probabilmente perché molti degli abitanti, grazie alla favorevole esposizione solare, erano soliti mettere al sole ad essicare i fichi tagliati a metà, che proprio in questo modo assumono l'inconfondibile forma del fondoschiena (chiappe), prima di diventare i gustosi e ipercalorici passulöi.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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Guardando gli altri/5

L'Otus scops o Assiòlo o Chiù o, a Piazza chiamato Chiùpp  

 L'Angelo di Dio

Per Sant'Alessandro, il barrafranchese si mise sulla mula e se n'andò a vedere il suo campo come cresceva. Già spigava, più alto d'un uomo, e a quel venticello faceva le onde come il mare, fitto e lucente. Non c'era uno più contento di lui; e stava a bocca aperta a mirarlo, senza pensare al tempo. Si fece notte, ed era ancora là che non poteva spicciarsi di quel trionfo; e come spuntò la luna si mise sul colle per guardarlo meglio, e andava dicendo a voce forte:
- Vuoi vedere, così bello com'è che quest'anno va più valoroso che mai, e mi fa sei salme di frumento più dell'orto?
Nel mentre, il chiù che s'era assettato sull'olmo, aprì il becco e gli rispose:
- Più!
- Per Sant'Alessandro - gridò lui con gioia - quest'è l'angelo di Dio che risponde, e dice che m'ha da fare di più. E quanto allora, otto salme?
- Più, più! - rispose quello.
- E bravo l'Angelo di Dio! - diceva lui -.
E quanto allora, che mi conforta: dieci?
- Più!
- Dodici?
- Più!
E così restò tutta la notte, lui a crescere e l'altro a fare più più.
[Tratto da Francesco Lanza, Mimi Siciliani, 1928]
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

 

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Fontanella Santa Rosalia/n. 7

Questa foto potrebbe far parte della collezione dedicata alle panchine solitarie, ma a noi interessa la fontanella in perfetta efficienza nella piazzetta di Santa Rosalia, sopra la via Cavour. Questa piazzetta prima era la più affollata della Città. Piena di botteghe di tutti i generi alimentari: frutta, verdura, polli, pesce, baccalà, mortadelle, salami, formaggi e chi più ne ha più ne metta. Era qui il nostro Moderno Centro Commerciale. Il nome di Santa Rosalia è dovuto alla chiesa dedicata nel 1624 alla patrona di Palermo e al Convento delle Suore Carmelitane, che sorgevano proprio dove poi ci fu la Palestra della Pescheria, che tanti studenti e "atleti" piazzesi ricorderanno. Il Convento era stato fondato nel 1553 al Monte, come Ritiro delle Donne Pentite o Ripentite*, dal nobile Giovanni Francesco de Assaro, padre di Laura, moglie del barone Marco Trigona. Sette anni più tardi, nel 1560, cambiò nome in Ritiro delle Donne Converse e nel 1697 si trasferì nel nuovo sito, dove nel 1742 divenne Venerabile Collegio Carmelitano, sede anche del Sodalizio dei Notai. In fondo alla foto s'intravede lo spigolo della Chiesa di S. Rocco o di Fundrò, mentre a dx si ha l'enorme edificio una volta sede del Monte di Prestami o dei Pegni** fondato nel 1771 dal chierico Michele Chiello. L'edificio, che si trova nella parte retrostante del Palazzo di Città o del Senato, oggi ospita nella parte bassa il Centro espositivo Monte Prestami, mentre la parte superiore, dove veniva erogato il credito, sgombrata da tutti i mobili e scaffali in legno, è chiusa e, manco a dirlo, lasciato vuoto, grezzo e inutilizzato, in attesa della nascita del Museo del Credito su Pegno, quando... non si sa! Gaetano Masuzzo/cronarmerina
 
*Il termine Ripentite deriva da "Ree pentite" ovvero donne pentite dei loro reati (omicidi, furti, prostituzione, etc.) fattesi suore per una sorta di espiazione attraverso la vita monastica.
 
**A Piazza esisteva sin dal 1486 l'altra forma di credito organizzato, il Monte di Pietà, tra i primissimi in Sicilia. Era nato su proposta del Beato Francescano Andrea Ronchi da Faenza attraverso la Confraternita di Santa Maria degli Angeli, che aveva sede nell'edificio che poi divenne l'Ospedale Chiello al Monte.    
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1969 Archeologia Sportiva Armerina

 
 
 
L'Atletica Armerina, vincitrice del titolo juniores di pallavolo. Da sinistra: l'allenatore Ciccio Brighina, Dino Santoro, Claudio Lo Bello, Vinicio Romano, Gaetano Masuzzo. 
In ginocchio: Uccio Greco,  Gabriele Restivo, Gino Avola, Ignazio Aurnia.
 

Dal giornale LA SICILIA, marzo 1969

 
<<L'Atletica Armerina, grazie al miglior quoziente set, ha vinto il campionato provinciale juniores di pallavolo, riconquistando il titolo che fu suo lo scorso anno. Mancano ancora poche partite da giocare, ma già i ragazzi di Brighina e Di Marco si possono considerare vincitori del torneo. 
La partita clou della giornata è stata Folgore-Armerina, un incontro che per gli atleti armerini voleva dire vittoria del campionato e per la Folgore un successo prestigioso, una conferma, se ce n'era bisogno, di essere una delle "grandi" di questo torneo.
Il pericolo per Lo Bello e compagni era piuttosto grosso in quanto che la Folgore ha tra le sue file fior di giocatori come La Bianca, Macaluso e Cristadoro; ed in verità la paura per gli armerini è stata grande perché la Folgore, specie nei primi due set, ha giocato una delle sue migliori partite ed è stata sul piano tecnico pari all'avversario. 
Si è giocato all'Istituto d'Arte in una giornata freddisssima, con la nebbia che ogni tanto faceva capolino¹ e quindi ha reso la fatica degli atleti quasi improba. Nonostante questo si è giocato a ritmo sostenuto e anche sul piano tecnico le due squadre si sono mantenute su un livello altissimo. Il tifo è stato tremendo, caldo e appassionato sino alla fine, la partita tiratissima ha visto il suo epilogo dopo quasi un'ora e mezza... In precedenza, si era svolto l'incontro tra C. S. Ennese e Victoria Piazza Armerina. I ragazzi armerini affidati alle cure di Carlo Di Franco hanno giocato una partita volitiva e agonisticamente valida e hanno avuto sempre il sopravvento su un C. S. Ennese abulico e poco pratico. Una vittoria importante, la prima, per questi ragazzi alla loro prima esperienza. >>
 
¹ Accadeva anche questo quando i Palazzetti dello Sport erano soltanto dei sogni proibiti. Poi, trenta e più anni dopo, sono stati costruiti e immediatamente distrutti, per cause "naturali" come il Palazzetto Sammarco di c/da Bellia, "innaturali" per quello di c/da Santa Croce (vedi il post di martedì 9 settembre 2014).
 
N.B. Ringrazio Gino Avola, il più giovane nella foto, per avermi fornito la fotocopia del ritaglio del giornale da cui ho tratto queste meravigliose e commoventi (almeno per me) notizie di una volta.
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
 
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Fontanella Piazza Garibaldi/n. 6

 
E' la fontanella nella nostra piazza Garibaldi che, spesso coperta dalla vegetazione vicina, non sempre è funzionante e zampillante, come dimostra la foto dell'ottobre dello scorso anno. Questa è l'occasione per elencare i nomi che nei secoli ha avuto questo grande spiazzo tra i palazzi civili ed ecclesiastici, più o meno importanti, che venivano costruiti nel periodo dell'espansione abitativa verso Est, fuori dal nucleo originario dell'odierno quartiere Monte. Le prime notizie di costruzioni rilevanti si hanno nel 1302, quando viene costruito il Palazzo della Corte Capitanale nel Piano del Borgo. Un secolo dopo il Piano diventa Piazza Maggiore, per diventare Foro Centrale nei primi anni del Cinquecento. Nel 1569, due anni prima che iniziasse la costruzione della Chiesa di S. Rocco, dal 1622 chiamata anche di Fundrò, la piazza prende il nome di Foro Pescara o Piazza Pescara, in onore di don Francesco Ferdinando de Avalos d'Aquino marchese di Pescara. Questo nobile spagnolo, già governatore dello Stato di Milano, è il vicerè di Sicilia (dal 1568 al 1571) che approva il progetto di costruzione della nuovo Foro Centrale della nostra Città, che in quel periodo si chiama Platia e conta 13.817 abitanti*. Dopo circa trecento anni, a metà dell'Ottocento, Piazza Pescara diventa Piazza Garibaldi, in onore dell'Eroe dei due Mondi che ci "liberò" dai Borboni. Prima degli ultimi interventi di sopraelevazione negli anni '30, la piazza era molto più bassa e non mattonata (all'inizio del Novecento era tutta in rosticcio, brecciolino e pietrisco). Infatti, sino agli anni '40 e oltre, per entrare nelle abitazioni o nei locali commerciali prospicienti, che erano rimasti più bassi rispetto al nuovo livello della piazza, occorreva scendere dai tre ai quattro gradini. Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
 
*In questo periodo Platia è la VI città più popolosa della Sicilia insieme a Scicli e Girgenti. La prima è Palermo con 105.000, la seconda Messina con 75.000 e la terza Catania con 26.000 abitanti.
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