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Salvatore Principato l'antifascista piazzese/1

 
Il maestro Salvatore Principato con la moglie Marcella Chiorri, 1936
 
Oggi 25 aprile 2015 è la Festa Nazionale della Liberazione e, nel LXX anniversario della liberazione di Milano, mi sembra opportuno ricordare il nostro concittadino Salvatore Principato, maestro elementare, socialista e figura di primissimo piano dell'antifascismo milanese durante la dittatura, ucciso a Milano in Piazzale Loreto il 10 agosto 1944.
 
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Salvatore Principato nacque a Piazza Armerina il 29 aprile 1892 e fu il IV di 5 figli di Concetto, calzolaio, e della II moglie Concetta Rausa, sposata nel 1883. Sempre a Piazza, Salvatore frequentò le scuole fino al conseguimento del diploma magistrale e sul finire del 1911 fu coinvolto, ma assolto, in un processo per aver animato una protesta popolare contro il monopolio di una locale impresa di trasporti, terminata con l'incendio di alcune carrozze. Due anni dopo lasciò la Sicilia per Milano sia per insegnare, sia perché spinto dal desiderio di incontrare i massimi rappresentanti del movimento ispirato da Filippo Turati e da Anna Kuliscioff. Incominciò a insegnare a Vimercate (30 Km. ca. a Nord-Est da Milano) al privato collegio "Tommaseo", poi alle scuole comunali, ma fu presto chiamato alle armi. Combattè come soldato semplice e poi caporale sul Carso. Nel maggio del 1917, durante la battaglia del monte Vodice, una delle ultime e risolutive offensive sull'Isonzo, l'aver catturato, salvandoli, una quindicina di prigionieri, gli valse la medaglia d'argento al valor militare, ma anche la gratitudine dei soldati austriaci, uno dei quali gli donò la baionetta e un orologio da tasca che Salvatore portò con sé per tutta la vita. Rientrato alla vita civile insegnò senza soluzione di continuità alla scuola di via Comasina, alla "Giulio Romano", alla "Tito Speri" e infine alla "Leonardo da Vinci". Nel 1923 si sposò con Marcella Chiorri, dalla quale ebbe una figlia nel 1924, chiamandola Concettina, come i nonni paterni. Attivo nel movimento "Giustizia e Libertà" con lo pseudonimo "Socrate", l'ispettore generale di Pubblica Sicurezza Francesco Nudi lo indicò tra i principali referendi milanesi del movimento e della concentrazione antifascista di Parigi. (continua)
 
cronarmerina.it

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