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Gaetano Masuzzo

Gaetano Masuzzo

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Cinema Ariston

Cinema Ariston anni '50

Ho ricevuto questa foto che ritrae il cinema Ariston appena inaugurato nel 1951. Il cinema, con un tetto in cemento armato, ha una capienza di 1200 posti. I film sono proiettati con una lampada alimentata a carbone tre/quattro volte al giorno, la domenica rimane aperto dalle 15 alle 24 e ci si porta il pane imbottito con la cotoletta del pranzo della domenica per la merenda, perché al cinema ha un gusto particolare. Per bevanda, se si è ricevuta un'adeguata paghetta, una gazzosa, se no si rimanda. Per le proiezioni più affollate i posti si lasciano, dopo un segno d'intesa durante l'intervallo, ai parenti o agli amici che attendono in piedi da decine di minuti, a volte da ore. Si lanciano persino i cappotti per occuparli e quando si lasciano momentaneamente per bisogni fisiologici sulle poltrone in legno ribaltabili, se non sono state rotte prima per passatempo, al ritorno non si trovano più. A quel punto è sana consuetudine iniziare una scazzottata. È permesso fumare e anche chi non fuma deve fumare. Qualche cicca vola "involontariamente" dalla tribuna giù in sala, con relative imprecazioni alla "chiazzisa" molto colorite. All'uscita però, dopo la sosta obbligatoria per raffreddarsi e passare dai 40 ai 10 gradi, ci si sente felici e contenti di essere stati nel nostro favoloso "Cinema Ariston Paradiso".

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Famiglia Alessio (de)

D'oro a tre rose d'argento mal ordinate
Ho riscontrato tre nominativi appartenenti a questa nobile famiglia piazzese Alessio (anche de Alessio): nel 1470 ca. la Città vende il feudo Castani a Francesco de Alessio; sempre quest'ultimo, nel 1479, acquista il feudo di Bugidrano; nel 1655 Giuseppe Bonaventura d'Alessio vende dei rendali a un frate guardiano francescano; nel 1903 Ferdinando D'Alessio risulta tra i consiglieri sotto l'amministrazione comunale del sindaco Francesco Gullè.
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Donati al Comune i quaderni di Scibona

Giovedì 27 dicembre c'è stata, presso la sala delle Luci del Municipio, la cerimonia di consegna dei quaderni originali manoscritti delle poesie contenute in "I mì f'ssarì", opera del poeta dialettale piazzese Carmelo Scibona.
I manoscritti originali sono stati consegnati nelle mani del Sindaco dalla prof.ssa Salvina Ciffo Arena, che gelosamente li conservava perché di proprietà del suocero avv. Antonino Arena.
Per saperne di più vi rimando all'articolo di Marta Furnari nel sito del Nobile Quartiere Monte.
 
Colgo l'occasione per scrivere i due versi della poesia, tra le tante, che il poeta Scibona dedicava a mio nonno, Gaetano Marino Albanese, poeta dialettale e falegname come lui, conosciuto anche come "Ciucciuledda":
 
"L eredi d' Rruccedda"
 
Tre simu l eredi d' Rruccedda
Iè, V'ttòriu Cagni e Ciucciuledda.
 
C. Scibona

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