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Cronarmerina - Maggio 2025

Legati di Maritaggio-2° e 3° Orfanotrofio

Il portone d'ingresso dell'Orfanotrofio al Monte
 
Ingresso con balcone dell'ex Casa dei Teatini
(dal post precedente) Il 2° Orfanotrofio della Città, chiamato nei primi tempi della fondazione per volontà del barone Marco Trigona Casa per bambine Orfane ma anche Ospizio delle Donzelle Orfane, dopo 5 anni dalla sua morte (1603) fu trasformato dal Papa in Monastero delle Orfane di S. Maria detto la Badiella¹. Era situato nell'attuale via Orfanotrofio al Monte (ecco da dove deriva il nome di questa via). Se imboccate la via, provenendo dalla strata mastra, il primo arcivecchio portone sulla destra (foto in alto) è quello dell'Orfanotrofio che rimase qui per 300 anni, sino a quando si chiamò Opera Collegio di Maria. Nel 1901 i due Orfanotrofi, Ritiro di S. Giovanni Battista di Rodi-Ritiro di Donato e Opera Collegio di Maria, si fusero trasferendosi nei locali dell'ex Casa dei Teatini (foto in basso) e affidati alle Suore della Congregazione della Carità di Sant'Anna. Nel nuovo edificio presero il nome definitivo di Casa della Fanciulla S. Giovanni di Rodi².
Per quanto riguarda il 3° Orfanotrofio sappiamo soltanto che fu istituito nel 1650 come Opera Pia per Ragazze Orfane per volontà di Desiderio Sanfilippo duca delle Grotte. Da documenti di archivio l'Opera Pia risulta nel 1867 tra le 9 istituzioni superstiti dopo i tagli voluti dalle leggi eversive Siccardi del nuovo governo Sabaudo. (continua
 
¹ Badiella vuol dire piccola badìa ovvero piccola abbazia.
² Ancora oggi qualche anziano ricorda quando le orfanelle dell'ex Casa dei Teatini erano chiamate per accompagnare i defunti nell'ultimo viaggio dalla chiesa dei funerali sino alla Croce di S. Pietro, alla base della quale, ntô bastiöngh, per i cittadini più in vista, gli amici più cari declamavano i pregi dello scomparso. Certe volte, il compito dell'accompagnamento, gli orfanelli lo svolgevano insieme agli anziani ospiti della Casa di Riposo S. Giuseppe ai Cappuccini. L'ultimo loro accompagnamento fu nel 1969, mentre quello in generale, compiuto a piedi sino alla Croce di S. Pietro, avvenne nel 1975. Nel 1986, per il trasferimento delle Suore, l'Orfanotrofio secolare verrà chiuso definitivamente.
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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Legati di Maritaggio-1°Orfanotrofio

La sede dell'Orfanotrofio di S. Maria degli Angeli
Largo Ritiro, in fondo la Commenda di S. Giovanni Battista

(dal precedente post) Per l'assegnazione dei Legati di Maritaggio ogni anno in aprile e per ogni eredità, si effettuava un sorteggio prendendo un nome tra i 10 pizzini su cui c'erano scritti quelli delle donzelle ben viste dagli Officiali del Monte di Pietà. Le orfane provenivano dai 3 Orfanotrofi presenti in città e dal Monastero delle Agostiniane di Sant'Anna che ospitava molte educande anch'esse orfane. Il primo degli orfanotrofi al momento della fondazione, nel 1313 da parte di Pietro Sambuchelli, fu chiamato Ritiro delle Vergini Povere, un secolo dopo fu trasformato in Orfanotrofio di S. Maria degli Angeli, con sede nei pressi del Convento Francescano al Monte (poi Ospedale Chiello, foto in alto). Nel 1568 un ricco piazzese, Antonello Pizzimenti, lo dota di un ricco patrimonio che svanirà nel giro di tre decenni, tanto da dover essere aiutato finanziariamente dal suocero di Marco Trigona, il medico e matematico Giovanni Francesco de Assoro¹ che, alla sua morte nel 1593, lascerà all'Opera Pia un'eredità considerevole. Nel 1740 l'Orfanotrofio si trasferisce nei pressi della Commenda di S. Giovanni Battista prendendo il nome di Ritiro di S. Giovanni Battista di Rodi-Ritiro di Donato². Questi, nel 1901, si riunisce all'altro Orfanotrofio di S. Maria detto La Badiella fondato per volontà del barone Marco Trigona, chiamato in quel periodo Opera Collegio di Maria, per trasferirsi nell'ex Casa dei Teatini dove vengono affidati alle Suore della Congregazione della Carità di Sant'Anna. I due Orfanotrofi in questo sito prendono il nome definitivo di Casa della Fanciulla S. Giovanni di Rodi.³ (continua)

¹ Giovanni Francesco de Assoro nel 1553 fonda il "Ritiro delle Donne Pentite o Ripentite" che sorgerà effettivamente nel 1560, in locali accanto alla chiesa di Santa Agrippina nella zona chiamata "Facciranna".
² Infatti, lo spiazzo antistante (foto in basso) la Commenda dei Cavalieri di Malta, che si era chiamata per un periodo "di Gerusalemme" e, successivamente "di Rodi", ancora oggi si chiama Largo Ritiro. Donato probabilmente è il nome di un altro benefattore di cui non si hanno notizie.
³ Nel 1986, per il trasferimento delle Suore, l'Orfanotrofio secolare verrà chiuso definitivamente. 
cronarmerina.it

 

    
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Ricordate il dilemma Sette Cantoni?

 
 
 
Signori, penso che ormai avrete capito che questo blog semiserio tratta argomenti poliedrici, che spaziano dalla storia alla filosofia, dalla botanica all'architettura, dalla chimica alla matematica.  Ecco, oggi torniamo su un argomento di alta matematica. Vi ricordate del dilemma posto nel gennaio del 2013 dal prof. Tanino Platania che non ha fatto dormire intere generazioni di Piazzesi?!
"Spiegatemi, o meglio, fatemi capire: i cantoni di via Sette Cantoni sono 7? A me i conti non tornano!"
Orbene, il prof. si è fatto vivo con una sua possibile soluzione che vi propongo di seguito
 
 
 
 
 

 

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Ogni tanto può accadere

La fontana da Villa Rànna dove ora si riesce a leggere la scritta
Ogni tanto può accadere, e quando accade occorre darne atto, perché non si sa quando sarà la prossima volta. Da qualche settimana un gruppo di ragazzi piazzesi ha avuto l'idea di riparare lo scempio causato dal malcostume recente e meno recente, di giovani e meno giovani, piazzesi e non, amministratori e non, nel nostro Giardino Garibaldi. Sì, è proprio vero, una "banda" di ragazzi per qualche ora al giorno ha messo da parte gli smartphone e ha preso rastrelli, ramazze e palette, per riempire decine di buste di immondizia più o meno biodegradabile, rendendo più vivibile, visibile e civile a Villa Rànna. Oasi di verde che era il fiore all'occhiello della Città Opulentissima, Spettabile, Deliziosa, con 100 chiese, 26 monasteri e conventi, una magnifica Cattedrale dedicata alla Patrona affiancata da 6 Compatroni, 2 principi, 2 duchi, 2 Marchesi, 24 baroni e, scusate se è poco, un sito UNESCO a 4 Km! Oltre i Cittadini contemporanei educati sarebbero stati contenti anche i frati Francescani di S. Pietro, che qui avevano da quasi mezzo Millennio la loro "selva" per pregare tra l'orto e le piante officinali, l'Eroe dei due Mondi, che l'ultima volta che c'ero stato era irriconoscibile (dalla vergogna?), il Cav. Luigi Trigona dei marchesi di Roccabianca, che aveva donato la fontana nella foto, tutti coloro che negli ultimi 150 anni avevano ascoltato le opere e operette suonate dalle orchestre e bande musicali p' Menzaöst cu a càlia e a m'rcanella 'nböcca, tutti i genitori (anch'io negli anni 80) che qui accompagnavano i loro bimbi ittati liddi e perché no, anche tutti gli studenti che qui venivano a "studiare" prima degli esami o che venivano a "passeggiare" con la morosa/o o semplicemente sa caliav'nu. Grazie ancora una volta ai Volontari della neonata Associazione Giardino Garibaldi, in particolar modo al porta "bandiera", in questo caso ramazza, che mi sembra sia il giovane Emanuele La Porta, al quale al più presto avrò il piacere di fare i miei complimenti di persona, da estendere a tutto il gruppo "armato" di buona volontà. Ogni tanto può accadere, grazie ! Gaetano Masuzzo/cronarmerina     
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Edicola n. 2

L'EDICOLA di VIA TEATRO

Questa è l'Edicola Votiva n. 2, quella che si trova in via Teatro, proprio attaccata al muro posteriore del Teatro Garibaldi. Dai quadri che ci sono si deduce che è dedicata alla Sacra Famiglia (quello più grande) e a Maria SS. delle Vittorie (quello più piccolo). Peccato per l'alluminio anodizzato degli sportelli: sono un pugno in un occhio!  

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it
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Edicola n. 1

AL PIANO SANT'IPPOLITO
Oggi ho il piacere di comunicarvi che inizia una nuova "rubrica". Dopo quella specie di censimento delle fontane-fontanelle-abbeveratoi. incomincia quella delle Edicole Votive sparse per la Città e il suo circondario. Da wikipedia apprendiamo che «l'edicola è una struttura relativamente di piccole dimensioni, con la funzione pratica di ospitare e proteggere l'elemento che vi è collocato. Il tremine deriva dal latino aedicula, diminutivo di aedes (tempio) e dunque con il significato originario di "tempietto". Strutture di protezione per le immagini di culto popolare tramandato nei secoli come ex voto per uno scampato pericolo come una carestia o una pestilenza, comunque strumento di aggregazione della comunità cristiana che presso di essa si può unire in preghiera». In altre parti d'Italia vengono chiamate con altri nomi, per esempio nella Lombardia Orientale e nel Piemonte sono le santelle (luogo legato ai santi), nell'area veneta sono i capitelli (dizione dialettale capitèl), il altre parti sono i tabernacoli o le nicchie¹. «In molti casi le edicole votive posizionate nelle campagne erano luoghi di arrivo di particolari cerimonie religiose chiamate rogazioni, che si celebravano in determinati giorni dell'anno». Ovviamente nel mio giro di ritrovamento ne ho fotografate di tutti i generi. Ci sono quelle tenute benissimo e in ordine con fiori e ceri e ci sono quelle chiuse o abbandonate, ci sono quelle aperte e quelle con le grate. Tutte dimostrano gli "alti e bassi" che nei secoli ha avuto la fede cristiana nella popolazione. La prima Edicola o Capitello votivo della nostra rilevazione-raccolta-recupero è quella al Piano Sant'Ippolito a pochi metri dalla croce in pietra dei Cappuccini e da quelle in legno del Calvario. Come si ricorda nel post 321 anni fa La Catastrofe , questa Edicola rappresenta la testimonianza dell'erezione di una semplice baracca-cappella per ospitare il Vessillo della Patrona portato in processione il 12 gennaio 1693, per chiedere la grazia di salvare gli abitanti piazzesi dal terribile terremoto del 9 e 11 gennaio.
 
¹ «È difficile stabilire con esattezza il numero di edicole votive presenti a Palermo, un esteso patrimonio culturale forse un po' trascurato anche da noi palermitani. Questi piccoli templi detti "Cappidduzzi" o "Marunnuzze" non avevano solo una funzione devozionale, ma costituivano anche un centro di aggregazione per gli abitanti del quartiere che le custodivano e le curavano ornandole di fiori e lumini che restavano accesi tutta la notte [...]. Secondo alcuni dati ricavati da alcune appassionate tesi di laurea sono state censite più di 800 edicole votive in tutta la città» <https://leviedeitesori.com/passeggiate-2/listing/cappidduzzi-o-marunnuzze-le-edicole-votive-parte-i-cassaro-e-ballaro> (consultazione del 7/10/2021).
cronarmerina.it
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I Legati di Maritaggio-1

 
Come ho già detto in un post dei giorni scorsi, il vecchio Monte di Pietà amministrato dalla Compagnia dei Nobili sotto il titolo dello Spirito Santo detta dei Bianchi, al momento dell'unione col nuovo Monte di Prestami, voluto dal chierico Michele Chiello nel 1771, portò agli Officiali Amministratori anche 8 EREDITA' di altrettanti facoltosi benefattori che avevano redatto i loro testamenti tra gli ultimi anni del Cinquecento e i primi del Seicento. Questi nominativi li conosciamo con certezza leggendo il frontespizio del II Libro Maestro dell'Amministrazione degli Introiti e Rendite del Venerabile Monte della Pietà che racchiude tutte le operazioni di Cassa che vanno dal 1797 al 1823. I nomi ve li trascrivo nell'ordine e come si leggono, mettendo tra parentesi come li conosciamo oggi; delle loro vite e discendenze ne riparleremo un'altra volta:
- D. Mariano RESTAGNO (Ristagno), testamento del 1571;
- Beatrice CREMONA;
- Cl. D. Marcello di MODICA, testamento del 1580;
- Biaggio SUFANTI (Biagio Suffanti);
- D. Pietro GAFFORE;
- D. Ercolo BOCCADIFUOCO (Ercole), testamento del 1595;
- D. Andrea TRIGONA, testamento del 1605;
- Gilberto POLIZZI.
I suddetti benefattori, al momento del rilascio delle loro disposizioni testamentarie per concedere parte dei loro beni a una persona diversa dagli eredi, avevano originato i cosidetti Lasciti o Legati¹. Questi, essendo destinati alla creazione di una dote per agevolare i Matrimoni o Maritaggi di Fanciulle o Donzelle Orfane venivano chiamati Legati di Maritaggio intesi anche come Monte dei Maritaggi. (gran parte delle notizie sono tratte da Vania Simonte, Il Monte di Pietà di Piazza Armerina - I Legati di Maritaggio (secoli XVIII e XIX), Tesi di Laurea, Università degli Studi di Catania, a.a. 2010/2011, Biblioteca Comunale Piazza Armerina) (continua)
 
¹ Nel diritto romano legata derivava da legare nel senso di dare incarico o mandato, poiché erano veri incarichi affidati all'erede nel testamento.
 cronarmerina.it
 
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L'accesso al credito a Piazza-5

La sede del Monte di Prestami, 1780 ca.
Il Monte di Prestami
 
La quarta possibilità per accedere al prestito nella nostra Città fu data dal Monte di Prestami o dei Pegni, nato nel 1771 dalla volontà del chierico Michele Chiello per combattere l'usura e venire incontro agli artigiani, operai, braccianti e cittadini bisognosi. La sede fu, sino a una migliore ubicazione, in una parte della casa dove abitava padre Chiello nel quartiere Trinità, alla sommità del vasto e antico quartiere Monte (oggi via Chiello). La dotazione del Monte di Prestami, nel quale confluì, per esplicita volontà del Chiello, anche l'ex Monte di Pietà amministrato dalla Compagnia dei Nobili sotto il titolo dello Spirito Santo detta dei Bianchi, contava su un capitale iniziale di ben 6.000 scudi e, inoltre, venne accresciuta qualche anno dopo dalle sostanziose donazioni di Vespasiano Trigona barone di Gerace e Ciappa (che sarebbe morto nel 1853) agevolando così anche la costruzione, nel retro del Palazzo di Città o Senatorio, del grande edificio (nella foto) che l'ospitò sino alla sua definitiva liquidazione nel 1957. Il vecchio Monte di Pietà al momento dell'unione col nuovo Monte di Prestami portò agli Officiali Amministratori 8 EREDITA' di altrettanti facoltosi benefattori della fine Cinquecento e inizio Seicento, che alimentarono, per secoli, i Legati¹ di Maritaggio intesi anche come Monte dei Maritaggi, essenziali per le vite coniugali di tantissime giovani donne bisognose od orfane.
 
¹ I Legati o Lasciti sono disposizioni testamentarie che conferiscono uno o più beni a una persona diversa dall'erede. Dei Legati di Maritaggio e dei nomi dei benefattori parlerò in post successivi.
cronarmerina.it
 
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L'accesso al credito a Piazza-4

Monastero di S. Giovanni Evangelista, 1361
 La Cassa delle Benedettine

La terza possibilità per ottenere un prestito a Piazza, fu quella offerta dalla Cassa delle monache Benedettine del Monastero di S. Giovanni Evangelista intesa anche come Cassa di S. Giovanni. Il motivo principale della sua fondazione nel 1709, fu la possibilità di amministrare gli ingenti capitali provenienti dalle doti (almeno 200 onze a novizia) e dalle eredità delle numerose fanciulle che riuscivano ad entrare per condurre la vita claustrale, esclusivamente di nobile discendenza. Già nel 1450 si contavano 100 professe, oltre alle educande e alle converse. Inoltre, c'erano i proventi derivanti dai feudi di proprietà e dai lavori femminili svolti dalle monache (sartoria, ricamo, dolciumi) oltre alla loro attività scolastica a indirizzo magistrale, professionale e musicale, frequentata unicamente da figlie di famiglie nobili e benestanti. L'interdetto del 1713, che obbligò tutte le monache di Piazza ad abbandonare i loro conventi, rallentò temporaneamente l'attività della Cassa. Poi, nel 1866, le leggi eversive dei Savoia, interruppero le attività redditizie del Monastero con la confisca di tutti i beni, tanto da costringere le suore a vivere di solo elemosine e coi proventi delle loro attività che si sono protratte sino al 2003, quando le poche suore Salesiane si sono trasferite in altri monasteri della Sicilia.

cronarmerina.it

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