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Gaetano Masuzzo

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Il Palio di una volta / 12

(da Il Palio di una volta/11) Oggi inizia un'altra serie di pubblicazioni di foto realtive al Palio dei Normanni. Questa riguarda una delle primissime edizioni e stando alle divise indossate dai militari in basso a sx (al centro la tipica divisa dell'avanguardista fascista) si tratta di fine anni '30 inizio anni '40. Dal panorama sullo sfondo si direbbe scattata dal Piano Sant'Ippolito, mentre i cavalieri indossano abiti di un altro periodo storico rispetto a quello dei Normanni, del '600 o del '700. (continua)
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

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Il diocotto

Il piazzese era malato; giorno e notte in fondo al letto tossiva e sudava, e l'aria gli mancava. La moglie, disperandosi, gli faceva:
- Perché non vi raccomadate a Cristo e a San Luca, che vi fanno la grazia?
Lui si raccomadava a Cristo e a San Luca, ai santi del paradiso e alle anime del purgatorio, ma quelli più duri del muro, sicché non ne poté più, e volle il medico:
- Che Cristo e San Luca, che son di legno e non m'hanno udito! Voglio invece il medico che è vivo e mi sente.
Quegli venne e lo batté tutto come un tamburino; lo ascoltò davanti e di dietro facendolo soffiare come i mantici del duomo, e infine, parlando con la lingua di fuori, gli ordinò un diocotto, mattina e sera.
Andatosene, la moglie trasse dalla parete, dove c'era da vent'anni, un crocifisso tutto affumicato scacato dalle mosche, e lo ficcò nella pentola, facendolo bollire fino a notte; e intanto il piazzese, girandosi su l'un fianco e sull'altro, andava gemendo:
- Se Cristo crudo non mi fece nulla, che volete che mi faccia cotto?
E quella: - Gnornò, marito mio; se il dottore ve l'ha raccomadato vuol dire che cotto s'ammollisce, e vi sana. Non lo sapete che Cristo ha la testa dura?
Come dunque il brodetto fu pronto, gliene empì una gran tazza e gliela diede a bere, calda fumante; e lui sudava come un fiume, e la notte dovettero cangiargli le lenzuola, la camicia e la berretta di lana.
- Lo vedete, marito mio - faceva la moglie - che cotto vi tira il morbo dal sangue?
La mattina, svegliandosi, egli si sentì sano e sanato, e non voleva crederci; ma per più sicurezza la moglie gli diede a bere un'altra tazza del diocotto miracoloso. Poi quando fu sano del tutto e s'alzò, lo narrava per meraviglia:
- Avete inteso com'è Cristo, che per far miracoli ha da esser cotto?
[Tratto da Francesco Lanza (Valguarnera Caropepe 1897 - 1933), Mimi Siciliani, Milano 1928]
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

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Irma Costa "La luna e il piazzese", Galleria Civica, Enna, 1999

 La luna e il piazzese

Due mazzarinesi , 'mbriachi fino alle nasche come scimmie, uscirono dalla taverna ch'era notte; e per ragionarla meglio se n'andavano a braccetto a piacere dei piedi, un passo avanti e due indietro, che parevano a mare.
A un punto, sul campanile della chiesa si levò la luna, tonda come una ruota e tutta raggiante; e quelli, che gli pesava il vino, restarono allucinati a mirarla.
Uno della partita, ch'era il più cotto, gli parve il sole, e mostrandola al compagno faceva:
- Guardate compare mio, che ci è spuntato il sole tra' piedi, e noi non ce ne siamo accorti.
E l'altro, per non dargliela vinta: - 'Gnornò, che non è il sole, ma la luna, che i galli non cantano.
E quello: E io vi dico che è il sole.
E io, che è la luna.
E' il sole, è la luna, nessuno se la voleva dar persa, e se non era che non stavano dritti finiva a zuffa. Finalmente, si trovava a passare di là il piazzese, che iva a Mazzarino, pei fatti suoi; e quelli vedendolo si volsero a lui, che dicesse la sua: - O voi messere, è quello il sole, o la luna?
E il piazzese: Ahbo' io forestiero sono!  

[Tratto da Francesco Lanza  (Valguarnera Caropepe 1897 - 1933),  Mimi siciliani, MILANO 1928]
cronarmerina.it
 
 

 

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