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Gaetano Masuzzo

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Edicola n. 2

L'EDICOLA di VIA TEATRO

Questa è l'Edicola Votiva n. 2, quella che si trova in via Teatro, proprio attaccata al muro posteriore del Teatro Garibaldi. Dai quadri che ci sono si deduce che è dedicata alla Sacra Famiglia (quello più grande) e a Maria SS. delle Vittorie (quello più piccolo). Peccato per l'alluminio anodizzato degli sportelli: sono un pugno in un occhio!  

Gaetano Masuzzo/cronarmerina.it

Edicola n. 1

AL PIANO SANT'IPPOLITO
Oggi ho il piacere di comunicarvi che inizia una nuova "rubrica". Dopo quella specie di censimento delle fontane-fontanelle-abbeveratoi. incomincia quella delle Edicole Votive sparse per la Città e il suo circondario. Da wikipedia apprendiamo che «l'edicola è una struttura relativamente di piccole dimensioni, con la funzione pratica di ospitare e proteggere l'elemento che vi è collocato. Il tremine deriva dal latino aedicula, diminutivo di aedes (tempio) e dunque con il significato originario di "tempietto". Strutture di protezione per le immagini di culto popolare tramandato nei secoli come ex voto per uno scampato pericolo come una carestia o una pestilenza, comunque strumento di aggregazione della comunità cristiana che presso di essa si può unire in preghiera». In altre parti d'Italia vengono chiamate con altri nomi, per esempio nella Lombardia Orientale e nel Piemonte sono le santelle (luogo legato ai santi), nell'area veneta sono i capitelli (dizione dialettale capitèl), il altre parti sono i tabernacoli o le nicchie¹. «In molti casi le edicole votive posizionate nelle campagne erano luoghi di arrivo di particolari cerimonie religiose chiamate rogazioni, che si celebravano in determinati giorni dell'anno». Ovviamente nel mio giro di ritrovamento ne ho fotografate di tutti i generi. Ci sono quelle tenute benissimo e in ordine con fiori e ceri e ci sono quelle chiuse o abbandonate, ci sono quelle aperte e quelle con le grate. Tutte dimostrano gli "alti e bassi" che nei secoli ha avuto la fede cristiana nella popolazione. La prima Edicola o Capitello votivo della nostra rilevazione-raccolta-recupero è quella al Piano Sant'Ippolito a pochi metri dalla croce in pietra dei Cappuccini e da quelle in legno del Calvario. Come si ricorda nel post 321 anni fa La Catastrofe , questa Edicola rappresenta la testimonianza dell'erezione di una semplice baracca-cappella per ospitare il Vessillo della Patrona portato in processione il 12 gennaio 1693, per chiedere la grazia di salvare gli abitanti piazzesi dal terribile terremoto del 9 e 11 gennaio.
 
¹ «È difficile stabilire con esattezza il numero di edicole votive presenti a Palermo, un esteso patrimonio culturale forse un po' trascurato anche da noi palermitani. Questi piccoli templi detti "Cappidduzzi" o "Marunnuzze" non avevano solo una funzione devozionale, ma costituivano anche un centro di aggregazione per gli abitanti del quartiere che le custodivano e le curavano ornandole di fiori e lumini che restavano accesi tutta la notte [...]. Secondo alcuni dati ricavati da alcune appassionate tesi di laurea sono state censite più di 800 edicole votive in tutta la città» <https://leviedeitesori.com/passeggiate-2/listing/cappidduzzi-o-marunnuzze-le-edicole-votive-parte-i-cassaro-e-ballaro> (consultazione del 7/10/2021).
cronarmerina.it

I Legati di Maritaggio-1

 
Come ho già detto in un post dei giorni scorsi, il vecchio Monte di Pietà amministrato dalla Compagnia dei Nobili sotto il titolo dello Spirito Santo detta dei Bianchi, al momento dell'unione col nuovo Monte di Prestami, voluto dal chierico Michele Chiello nel 1771, portò agli Officiali Amministratori anche 8 EREDITA' di altrettanti facoltosi benefattori che avevano redatto i loro testamenti tra gli ultimi anni del Cinquecento e i primi del Seicento. Questi nominativi li conosciamo con certezza leggendo il frontespizio del II Libro Maestro dell'Amministrazione degli Introiti e Rendite del Venerabile Monte della Pietà che racchiude tutte le operazioni di Cassa che vanno dal 1797 al 1823. I nomi ve li trascrivo nell'ordine e come si leggono, mettendo tra parentesi come li conosciamo oggi; delle loro vite e discendenze ne riparleremo un'altra volta:
- D. Mariano RESTAGNO (Ristagno), testamento del 1571;
- Beatrice CREMONA;
- Cl. D. Marcello di MODICA, testamento del 1580;
- Biaggio SUFANTI (Biagio Suffanti);
- D. Pietro GAFFORE;
- D. Ercolo BOCCADIFUOCO (Ercole), testamento del 1595;
- D. Andrea TRIGONA, testamento del 1605;
- Gilberto POLIZZI.
I suddetti benefattori, al momento del rilascio delle loro disposizioni testamentarie per concedere parte dei loro beni a una persona diversa dagli eredi, avevano originato i cosidetti Lasciti o Legati¹. Questi, essendo destinati alla creazione di una dote per agevolare i Matrimoni o Maritaggi di Fanciulle o Donzelle Orfane venivano chiamati Legati di Maritaggio intesi anche come Monte dei Maritaggi. (gran parte delle notizie sono tratte da Vania Simonte, Il Monte di Pietà di Piazza Armerina - I Legati di Maritaggio (secoli XVIII e XIX), Tesi di Laurea, Università degli Studi di Catania, a.a. 2010/2011, Biblioteca Comunale Piazza Armerina) (continua)
 
¹ Nel diritto romano legata derivava da legare nel senso di dare incarico o mandato, poiché erano veri incarichi affidati all'erede nel testamento.
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