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Gli stemmi nel chiostro dei Carmelitani-2 In evidenza

Stemma Famiglia La Torre o Torre, chiostro convento dei Carmelitani, XVI sec., Piazza Armerina

GLI STEMMI NEL CHIOSTRO DEI CARMELITANI-2

(dalla 1^ parte) I blasoni delle famiglie e dei priori che avevano contribuito, nel XVI secolo, all’erezione dei 3 lati (ovest, nord ed est) del chiostro del convento dei Carmelitani di Piazza Armerina, sono ricordati nelle parti superiori delle colonne, «negli interstizi delle arcate», dei portici a ovest e a nord.
Nel portico a ovest (per intenderci a dx dopo il portale ogivale d'ingresso al chiostro) realizzato tra il 1553 e il 1555, vi sono quattro stemmi. Il primo da sx è quello della famiglia La Torre (o Torre) nella foto, d’azzurro alla torre d’argento accostata da due leoni affrontati e controrampanti d’oro¹. Nel 1555 un componente della famiglia La Torre, Giovanni, fu tra i firmatari della Pace, nella Chiesa Madre dal 1349 dedicata a Maria SS. delle Vittorie, raggiunta tra le due opposte fazioni cittadine, che da anni si scontravano per prevalere l’una sull’altra politicamente ed economicamente. Una delle due fazioni era quella cappeggiata dagli Aguglia (o La Guglia)², alla quale faceva parte la famiglia Trigona, con Giovan Francesco Trigona³ e il figlio Marco (il barone che, alla sua morte nel 1598, lasciò un’enorme eredità per la costruzione dell’attuale Cattedrale); l’altra era quella della famiglia Lo Bosco assieme alla de Assoro (o Assaro), a cui apparteneva il medico e matematico Giovan Francesco4, padre della futura moglie di Marco Trigona, Lauriella o Laura. La pace fu raggiunta per diretto interessamento sia del priore dei Carmelitani di allora, P. Timeo d’Aidone, sia del viceré don Giovanni de Vega e Enrìquez (1507-1558). (continua)

¹ «Il V. Palazzolo [sic] Gravina, in Il Blasone in Sicilia, Bologna, 1972, p. 365, afferma che detta raffigurazione è la più antica» (L. Villari, Storia Ecclesiastica della città di Piazza Armerina, Messina, 1988, p. 267, nota 29). Sempre il Villari, Storia della città di Piazza Armerina, Roma 2013, pp. 622-623, riporta alla voce Torre (de la) il blasone: d'azzurro alla torre d'argento accostata da due leoni affrontati e controrampanti d'oro ed sormontata da tre gigli d'oro posti in fascia. In capo un'aquila bicipite spiegata d'oro, come descritto in F. Mugnos, Teatro genologico delle famiglie illustri, parte III, libro VIII, G. Mattei, Messina 1670, p. 493.

² La famiglia Aguglia o La Guglia era un'antichissima e nobile famiglia piazzese. Nel '400 un appartenente a questa famiglia era padre domenicano, un altro era notaio. La figlia di questo notaio, Luigia o Aloisia, sposò nel 1530 un membro della famiglia Trigona, Antonio, barone di San Cosimano, Gatta, Ursitto, regio percettore (esattore) della Val di Noto, nonché nonno del barone Marco Trigona.

³ Giovan Francesco Trigona (†1570), fratello di Antonio e padre di Marco, oltre a essere barone di San Cosimano, Gatta, Usitto etc, era giureconsulto, poeta e consultore del viceré Ferrante I Gonzaga principe di Molfetta (1507-1557).

4 Giovan Francesco de Assoro (†1593) era regio percettore della Val di Noto (come il nonno della moglie, Antonio Trigona alla nota 1), matematico e medico così celebre da essere chiamato l’Esculapio dei principi, perché medico e consigliere nel 1585 del viceré Diego Enriquez Gusman conte di Alba de Lista (ca. 1530-1604). Il medico G. F. de Assoro sposando una sorella di Marco Trigona, Beatrice, divenne cognato di questi e, dopo che Marco (1546-1598) ne sposò la figlia Laura (1557-1597), anche suocero.

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