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Gaetano Masuzzo

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L'accesso al credito a Piazza-1

 
Le Bollette del post di giorno 25 ottobre 2014, mi hanno dato lo spunto per parlare dell'accesso al credito nei secoli passati dei Piazzesi indigenti. Questi avevano poche possibilità per sperare in qualche anticipo conveniente per risolvere qualche loro problema contingente. Oltre alle vie normali dei prestiti familiari, degli amici e, purtroppo, degli immancabili usurai, i cittadini avevano altre opportunità potendo contare, nell'arco di 5 secoli, su 4 istituzioni: il Monte di Pietà, il Sodalizio degli Artigiani, la Cassa delle Benedettine e il Monte di Prestami di cui vi parlerò nei prossimi post, mentre oggi parleremo dell'usura, pratica severamente vietata dalla Chiesa e, quindi, svolta dagli ebrei che prestavano denaro un po' a tutti: ai governi per i loro eserciti e le loro funzioni, ai nobili per i loro lussi e alle classi più modeste, artigiani, contadini e perfino alle abbazie e ai conventi.
Era considerata usura ciò che il prestatore riceveva in più dal debitore rispetto al capitale dato. I banchi di prestito dove ci si poteva rivolgere erano gestiti quasi esclusivamente da ebrei a tassi che potevano raggiungere il 20-30%, mentre quelli dei Monti di Pietà raggiungevano al massimo il 5-6%. Il perché questi banchi di prestito erano gestiti esclusivamente da ebrei è riportato qui di seguito, tratto da una tesi di laurea discussa all'Univesità di Napoli: <<Per legge, gli ebrei potevano soltanto esercitare taluni mestieri manuali, quali quelli dell'artigiano, alcune occupazioni del settore terziario, ma non potevano svolgere alcuna libera professione, salvo quelle di medico, prestatore di denaro, coniatore di monete e importatore di spezie... Anche se il mestiere di usuraio non era scevro da gravi pericoli, sia per l'incerto status sociale dei giudei, sia perché i debitori spesso tendevano a sottrarsi ai loro impegni contrattuali fomentando l'antisemitismo e le persecuzioni razziali, gli ebrei avevano buoni motivi per farsi usurai. Anzitutto, non essendo cristiani e non potendo sperare nella salvazione, non erano toccati dal divieto della Chiesa e non avevano nulla da perdere; in secondo luogo, soggetti com'erano a persecuzioni, sopraffazione e soprusi d'ogni genere, erano naturalmente portati a scegliere un mestiere i cui profitti fossero facili a nascondersi e a trasferirsi... Gli ebrei, esercitando l'usura, soddisfacevano un bisogno reale della società, in un'Europa che stava passando da un'economia di mera assistenza a un'economia che richiedeva un maggiore uso di denaro, bene che allora era assai scarso>>.
cronarmerina.it
 

Fontana c.da Furma/n. 35

Sino a qualche mese fa questa fontana/abbeveratoio era completamente sconosciuta. Adesso che sono stati tagliati tutti gli alberi e la boscaglia che la circondavano e la ricoprivano, è sotto gli occhi di tutti. Venendo da Valguarnera la vediamo sulla dx poco prima del bivio di c/da Furma, quello che precede la famosa curva a sx andando verso Piazza, che ha visto tanti incidenti anche recenti. La costruzione è molto semplice, ma doveva essere molto frequentata perché si trova lungo la strada per andare alle miniere di Grottacalda, Floristella e Gallizzi, per poi proseguire o per Valguarnera o per Enna. Era un ottimo punto di ristoro per tutti i viandanti a due e a quattro zampe, in sepecialmodo per chi proveniva dalla lunga salita di Valguarnera Caropepe e doveva proseguire verso la Ronza, ancora più in alto. Oltre la bevuta di acqua fresca il Pit Stop, adesso si chiama così, se andava bene, avrebbe compreso un tozzo di pane (pangh) con una cippolla (zz'vödda) o un'acciuga (angiòva), e se proprio si voleva strafare, un pezzo di formaggio (tumazz) stagionato da qualche semestre.
 
Gaetano Masuzzo/cronarmerina 

Adesso, poi troppo tardi

 Questo giorno dedicato alla memoria di chi non c'è più, dovrebbe farci voler bene adesso, senza scuse, chi ancora c'è e non ci sarà più! Poi, sarà sempre troppo tardi!

 

PERDONAMI MAMMA

 
Perdonami mamma
per quelle parole mai ascoltate
Perdonami mamma
per quando non ti sono stato accanto
Perdonami mamma
per quel fiore che mai t'ho portato.
 
L'angoscia mi pesa sul petto
e un groppo mi stringe la gola
mentre una lacrima diventa pianto.
 
Che senso ha adesso
questo fiore in un vaso di marmo
questo minuto adesso con te.
 
Perdonami mamma
per l'impotenza in quell'ultimo atto
Perdonami mamma
per quelle preghiere non più ricordate
Perdonami mamma.
 
Sergio Piazza
8 giugno 2014

 

Halloween? No, grazie!

 
 
 LA FESTA NOSTRA
 
Talìa, cumpa’, o la cucuzza ntesta
o maschiri scantusi e scacazzari.
Pirchì? Pi quali cucca? Ma chi festa
po’ ssiri mai, chidda ca fa scantari?
Chidda ca t’assicuta lazzariatu
e cchiù vistutu sì, cchiù sì sminnatu?
 
Ma sta pinzata, ma di cu n’agghica!
Stu geniu di finizza e d’eleganza
ca a tutti ormai ci sfurnicìa la dica!
Chi sbùmmica, di qualchi nordicanza
ca essennu sulu tunna furastera
pari stratuni allocu di trazzera?
 
Ma pèrsimu lu sensu e la ragiuni,
caru cumpari, ca la nostra storia,
comu la storia di d’ognautru agnuni,
è soprattuttu fatta di memoria
e s’un si sapi sèntiri cu fummu
chiossà n’arzìa lu savujardu chiummu.
 
Pirchì la nostra festa fu de’ morti
ca pi tant’anni e tanta picciuttanza,
quannu pi zita c’era a Diu la sorti,
n’affuddava d’antica amurusanza
e ni cuntava d’animi purganti
ogni turnata festa d’Ognissanti.
 
E pari festa, na ddu campusantu,
cu na caterva di genti e di sciuri
di vuci assicutati ormai di chiantu
di chiantu assicutatu di duluri.
"Poi ricambianu, i morti, e tali e quali
stanotti poi ti portanu rijali."
 
E ammenzu a qualchi vesti e iucareddu
nuci e nuciddi, mennuli, azzalori
ficu, pupi di zuccaru, a punzeddu
la frutta marturana. Eh, scattacori
era l'arrusbigghiata dda jurnata
pi la ricerca di la ncannistrata.
 
E ma' ca ni cuntava poi lu cuntu
di visiti notturni e d'armi santi
ca si compuru ormai di contrappuntu
turnavanu a cuprinchiri vacanti.
Chista, la nostra. La festa de' morti,
quannu pi zita c'era a Diu la sorti.
Giòmetrico
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