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Cronarmerina - Dicembre 2015

Giovani piazzesi da ricordare sempre/4

L'ultimo pannello sul Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre di P. Armerina

4

(dal 3) Desidero ricordare che alcuni nominativi non sono stati perfettamente decifrati per l'usura del marmo che, in alcuni, ha causato la completa cancellazione. Pertanto, questo inconveniente potrebbe aver procurato qualche piccolo errore nella trascrizione.  

3° PANNELLO DA DX, 1^ COLONNA, GLOBO FILIPPO, GLORIA VINCENZO, GOLINO ANGELO, GRANATO SALVATORE, GRANATO SALVATORE, GRAVINA SALVATORE, GRAZIANO GAETANO, GRILLO CALOGERO, GRILLO SALVATORE, GRILLO SALVATORE, GUARNACCIA GAETANO, IACI DOMENICO, INCARDONA FILIPPO, INCARDONA LUCIANO, IPPOLITO CARMELO, INTRALIGI GIUSEPPE. 2^ COLONNA, illeggibile LUCIANO, ITRIA GIUSEPPE, LABROZZO FRANCESCO , LA CARA SALVATORE, LA DELIA ANGELO, LA GIGLIA GIUSEPPE, S. LA MALFA FILIPPO, LA MALFA GIOVANNI, LA MONICA LUCIANO, LA POSTA GIUSEPPE, LARGANA’ FILIPPO, LA ROSA LUCIANO, LAURIA FLIPPO, LA ROSA LUCIANO, LENTINI CONCETTO, LEONE IGNAZIO. 3^ COLONNA, illeggibile, illeggibile, illeggibile, illeggibile, LO RENO ANTONIO, LORETTA CONCETTO, illeggibile ROSARIO, LIONTI SALVATORE, MANCUSO SALVATORE, MANIACI CONO, illeggibile SALVATORE, MANNELLA SALVATORE, MARINO CARMELO, MARINO CATENO, MARINO FILIPPO, MARINO FILIPPO. 4^ COLONNA, MARINO GIUSEPPE, MARINO LUIGI, MAROTTA FILIPPO, MARINELLO FRANCESCO, MARTINEZ FRANCESCO, MELLIA GAETANO, MESSINA SALVATORE, MILAZZO FRANCESCO, MILAZZO SALVATORE, MINACAPELLI CONCETTO, MINACAPELLI FILIPPO, MINACAPELLI illeggibile, MINNETTA illeggibile, MINNETTA illeggibile, MINOLFI PIETRO, MINNETTA illeggibile.
4° E ULTIMO PANNELLO DA DX, 1^ COLONNA, MONASTERI CALOGERO, MONASTERI SALVATORE, MONTALBANO SALVATORE, MONTALBANO GIUSEPPE ,MURETTA MARIO, MUSCARA’ ANGELO, MUSSURICI  FILIPPO, MIRAGLIA GREGORIO, MUSSURICI SALVATORE , NICOLACI CONCETTO, NICOTRA BIAGIO, NICOTRA FILIPPO, NICOTRA GIUSEPPE, NICOTRA LUIGI, NICOTRA SALVATORE, NODINI GIUSEPPE. 2^ COLONNA, NOVELLO SIMONE, OLIVERI CARMELO, ORLANDO ANDREA , ORTO CARMELO, PACE CALOGERO, PACINO PIETRO, PARASOLE FILIPPO, PASQUA GIUSEPPE, PECORA ANGELO, PECORA VINCENZO, PELLEGRINO ANGELO, PELLEGRINO SALVATORE, PERLA GIUSEPPE, C. PERILLO MICHELE, PIEDE ERMINIO, PALERMO SALVATORE. 3^ COLONNA, PISANA ALFONSO, PISANA CARMELO, POCOROBBA CALOGERO, POMPA PAOLO, PORCELLI SALVATORE, C. PRESTIFILIPPO FILIPPO, C. PRESTIFILIPPO CALOGERO, PARASOLE ROSARIO, PARLAGRECO CALOGERO, PRESTIFILIPPO GIUSEPPE, PRESTIFILIPPO SALVATORE, PROFETA FRANCESCO, PULICI GIUSEPPE, RAGONA VINCENZO, RANDAZZO TOMMASO, RAUSA FILIPPO. 4^ COLONNA, RAUSA GAETANO, RAUSA GIUSEPPE, RAUSA SALVATORE, REFANO VINCENZO, RENO CARLO, RESTIVO SALVATORE, RIBILOTTA SANTI, RICEVUTO SALVATORE, RISTAGNO FILIPPO, RIZZO CATENO, RIZZO CROCE, RUSSO MICHELE, C. SAMARCO LUIGI, SANALITRO MODESTO, SANALITRO VINCENZO, SARRA GIOVANNI.

Considerazioni conclusive: Durante il 1° Conflitto Mondiale la famiglia più colpita a Piazza fu la MARINO con 6 caduti, seguirono la NICOTRA con 5 e le ARENA, BAGLÍ, PRESTIFILIPPO e RAUSA con 4, ben 8 furono quelle con 3 caduti. Considerato che la popolazione di Piazza nel 1915 era di ca. 30.000 abitanti, i caduti furono ca. l'1%, quasi la metà della percentuale complessiva della Nazione Italiana, che allora aveva 35 milioni di abitanti e che al termine dovette contare 651.000 caduti militari, ovvero l'1,86%. Quasi altrettante furono le vittime tra i civili (589.000). Ma questi numeri da catastrofi globali non insegnarono granché, tanto che dopo circa 20 anni se ne ebbero altre 319.000 tra i militari e 153.000 tra i civili, in una popolazione di quasi 44 milioni di abitanti. Purtroppo, nonostante i monumenti che ogni centro abitato ha, nonostante i buoni propositi gridati e urlati alla fine di ogni conflitto e a ogni commemorazione, il tempo che passa fa dimenticare le tragedie che ogni famiglia ha patito, perpetuando il detto piazzese "a màra p' cu mor" (peggio per chi muore).

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Giovani piazzesi da ricordare sempre/3

Primo pannello di nominativi dei soldati piazzesi Caduti nella 1^ G.M.

3

(dal 2) Ai sottoelencati 286 nominativi di soldati piazzesi caduti durante la 1^ Guerra Mondiale occorre aggiungere i nominativi del “generale Antonino Cascino” scolpito sulla piccola targa centrale e del “Soldato Calogero Natola di Pietro” scolpito sul lato dx del 1° montante laterale dx, mentre due dei tre soldati scolpiti sulla lapide affissa sopra la porta d’ingresso all’interno dell’atrio dell’ex. ITIS , Arena Primo e Mellia Gaetano, si trovano già inclusi. Pertanto il numero totale è di 288.        
1° PANNELLO DA DX, 1^ COLONNA, ABATE CONCETTO, ABATELLI STEFANO, ABISSO VINCENZO, ADAMO GIUSEPPE, AGUGLIA ANGELO, ALESSANDRO NUNZIO, ALESSI FILIPPO, ALOI CALOGERO, AMANTIA GIUSEPPE, ANNALORO VINCENZO, ARANCIO PIETRO, ARENA CARMELO, ARENA FILIPPO, ARENA GIOVANNI, ARENA PRIMO, ARICO VITO. 2^ COLONNA, C.M. ARMANNA GIUSEPPE, AUGERI STEFANO, BAGLI’ PIETRO , BAGLI’ RAFFAELE, C. BAGLI’ SALVATORE, BAGLI’ SANTO, BALBO VINCENZO, C. BARBAROTTO FILIPPO, BARBAROTTO GIUSEPPE, BARBAROTTO LUIGI, BARBERA EUGENIO, BARRESI SALVATORE, BARRESI CONCETTO, BELLO MARIANO, BERARDI GAETANO, BERTOLINO CALOGERO. 3^ COLONNA, C. BOLOGNA ANDREA, BONGIORNO GAETANO, T. BRUNO ATTILIO, BRUNO CALOGERO, BUETTO CARMELO, BUETTO FILIPPO, CACICI FRAN. PAOLO, CALCAGNO GAETANO, CALCAGNO MARIO, C. CAMARDA ROSARIO, CAMBRIA GAETANO, CAMPISI SALVATORE, CANCARE’ PIETRO, CANCARE’ CALOGERO, CANTO GAETANO, CANNETTI AMEDEO.  4^ COLONNA, CAPIZZI CARMELO, CAPIZZI CATENO, CARBONE MARIO, CARDACI GIUSEPPE, CORTE PIETRO, CASCINO ANTONINO, CASSARINO CALOGERO, CATALANO CALOGERO, CATALANO FILIPPO, C.M. CATALANO ROSARIO, CIFALU’ SALVATORE, CIFALU’ SALVATORE, CINCOTTA ANGELO, CINCOTTA VINCENZO, CISARETTA ANGELO, CITTATI GIUSEPPE.
2° PANNELLO DA DX, 1^ COLONNA, COLLODORO MARIANO, illeggibile  CORRADO, CONTI CONCETTO, CONTI DOMENICO, CONTRAFATTO ROSARIO, CORDARO CALOGERO, COSTA GAETANO, illeggibile SALVATORE, CURCURACI GIUSEPPE, illeggibile ATTILIO, illeggibile ALFONSO, illeggibile CALOGERO, illeggibile FILIPPO, illeggibile GIOVANNI, illeggibile PRIMO, illeggibile SALVATORE.  2^ COLONNA, DI CARLO FILIPPO, illeggibile, DI DIO FILIPPO, illeggibile LUCIANO, DI MAGGIO FRANCESCO, DI MARCO ANGELO, DI MARCO CARMELO, DI MARCO CALOGERO, DI PRIMA FILIPPO, DI PROSSIMO FILIPPO, DI SANO CALOGERO, DI SANO SALVATORE, DI VITA FELICE, DI VITA SANTO, DRAGO VINCENZO, FALCIGLIA GIUSEPPE. 3^ COLONNA, FALCIGLIA SALVATORE, FALCIGLIA SALVATORE, FALCONE FILIPPO, FALZONE FILIPPO, FARINA FILIPPO, FARINA SALVATORE, FERA PRIMO, FERRANTE LUCIANO, FERRARA ANTONINO, FERRARELLO GREGORIO, FINOCCHIARO SALVATORE, FINOCCHIARO  GIOVANNI, FLORIO ANTONINO, FLORIO FILIPPO, FORGIA CARMELO, FRANCHINO SALVATORE. 4^ COLONNA, FURNARI SALVATORE, FUSTAINO SALVATORE, GAGLIANO GIUSEPPE, GAGLIANO ROSARIO, C. GAMURRA VINCENZO, GARRETTA GIUSEPPE, GARRETTA SALVATORE, GANDIOSO CALOGERO, GERMANA’ GIUSEPPE, GIARRIZZO FRANCESCO, GIARRIZZO GAETANO, GIARRIZZO GIUSEPPE, GIMILLARO FILIPPO, GIAIA PAOLO, GIUNTA GIOVANNI, GIURBINO GIUSEPPE.
SUL MONTANTE CENTRALE POSTERIORE, M. PATRIZIO FRANCESCO, SCARFIA CONCETTO, SAVOCA ALFONSO, SCARFIA STEFANO, SCERRA EMANUELE, SCIBONA GIUSEPPE, SCUCCHIA VINCENZO, SEGGIO MARIO, SERPENTINO CALOGERO, SICILIANO FILIPPO, S.T. SIRACUSA SEBASTIANO, SOPRANO CALOGERO, SOPRANO GIUSEPPE, SORIANO FILIPPO, SPEZIALE GIUSEPPE, SUFFANTI PAOLO, SANTANGELO CONCETTO, TAGNESI FILIPPO, TRINA SALVATORE, CAP. TRIGONA SALVATORE, TORNETTA GIUSEPPE, VAMPA GAETANO, VETRANO SALVATORE, ZAFFINO MARIO, S.T. ZAFFIRO VINCENZO, ZAMATARO FILIPPO, ZUCCARELLO GIUSEPPE, MOTTA CARMELO, SOTT. BAERI PIETRO CASCINO, CARBONE MARIO FU GIUSEPPE.
(continua)

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Giovani piazzesi da ricordare sempre/2

Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre di Piazza Armerina

2

(dall'1) L’altra figura, che sovrasta quella del soldato (nella foto al n. 1), è la personificazione femminile che incarna la Madre Italia o la Vittoria, che incita e consola il proprio figlio ponendogli la mano sinistra sulla spalla. Le due figure, con ai lati due aquile (n. 2) dentro due corone di alloro¹, una lanterna per lumini sulla destra in bronzo (n. 3) e la colonna col braciere (n. 4), sono sostenute da una alta base circolare in marmo divisa in quattro sezioni (n. 5) separate da altrettanti montanti (n. 6). Ogni sezione è composta da 2 pannelli (n. 7), ognuno dei quali comprende due colonne di 16 nominativi di soldati piazzesi morti nella Prima Guerra Mondiale in ordine alfabetico, per un totale di 256. In questo numero sono compresi i 2 soldati (Arena Primo m. 1916 e Mellia Gaetano m. 1918) dei 3 caduti scolpiti sulla lapide affissa sopra la porta d'ingresso all'interno dell'atrio dell'ex I.T.I.S. oggi Sede di Uffici Comunali (il terzo, il sergente maggiore automobilista Paladino Enrico, morì nel 1928 "travolto da un autocarro"). A questi bisogna aggiungere il nominativo, sempre della 1^ G.M., scolpito sul lato dx del 1° montante laterale destro (n. 6), “SOLDATO CALOGERO NATOLA DI PIETRO” e i 30 nominativi scolpiti nel montante centrale posteriore tra due teste di leone, sempre di caduti nella prima Guerra Mondiale, ma non in perfetto ordine alfabetico. Inoltre, alla piccola e centrale targa/lapide originaria (n. 8) che ricorda il “GENERALE ANTONINO CASCINO” (e così sono 288² della 1^ G.M.) sono state aggiunte successivamente altre 4 lapidi in marmo. La prima (n. 9) al centro del montante frontale, tra due teste di leone, che ricorda le “MEDAGLIE D’ORO V.M. GEN. ANTONINO CASCINO, TENENTE GUSTAVO ROCCELLA, AMM. GIUSEPPE PIETRO LA MARCA, PIAZZA ARMERINA, AI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE”. Sempre nella parte frontale ma in basso a sinistra e a destra, 2 lapidi (n. 10) con rispettivamente 62 e 61 nomi di caduti nella 2^ G.M., e nella parte laterale a sinistra troviamo la 5^ e ultima lapide (n. 11) posta successivamente con 12 nominativi di caduti nella 2^ G.M. (di cui si possono trovare gli elenchi nei due post già in questo sito Chi vince e chi perde?).  Ma, grazie alle segnalazioni nel post Chi vince e chi perde? 1 vengono aggiunti altri 2 nominativi, sempre di caduti nella 2^ G.M., Cagno Giovanni e Fauzia Salvatore e, in Chi vince e chi perde? 2 vengono aggiunti altri 2 nominativi della 2^ G.M. (Lauto Filippo e Suffanti Michele) per un totale complessivo 141. Nella parte posteriore, a sinistra della base della colonna che sostiene il braciere (freccia n. 12), c’è scolpito il nome dello scultore che eseguì l’opera monumentale “SCU. ANDREA MANZELLA”. Lo scultore si trasferì a Piazza Armerina da Palermo nel 1924 per realizzare l’opera, che venne inaugurata il 21 giugno 1925. Coordinatore dei lavori fu un altro palermitano che poi decise di stabilirsi definitivamente a Piazza, il marmista allievo a Palermo del Manzella, Giovanni Giudice (1897-1966), nonno materno dell’ex sindaco di Piazza, Carmelo Nigrelli. Quindi, tirando le somme ci sono scolpiti 288 nomi di soldati piazzesi caduti nella 1^ G.M. e di 141 nella 2^ G.M. Ma a questi 141 deve essere sottratto il nominativo dell’ammiraglio e partigiano Giuseppe La Marca Medaglia d’oro al V.M. per la Resistenza contro i tedeschi che, nato nel 1905, morì nel 1989. Pertanto il totale dei morti piazzesi durante le guerre ivi scolpiti è 428 (288+140). Tra questi troviamo sia il partigiano Principato Salvatore (1892-1944) e sia il finanziere Parasole Santi (o Santo) morto nel 1944 tra i caduti della RSI. Però, a mio parere, occorre aggiungere anche gli altri 11 piazzesi della Repubblica Sociale Italiana (RSI) caduti tra il 1944 e il 1945, per i motivi che ho esposto nel mio post Chi vince e chi perde? 4 e ultimo. Pertanto si arriva a un totale di 439 (288 nella 1^ G.M.+151 nella 2^ G.M.) figli di Piazza caduti perché chiamati a servire la Patria.

¹ L'aquila (rapace invincibile che, nella mitologia greco-romana, era considerato portatore dei fulmini di Giove ma anche protettore da essi) era il simbolo dell'Impero Romano sin dal 102 a.C., quando fu adottata come insegna di guerra delle legioni dal console Gaio Mario durante la guerra contro i Cimbri nell'Italia Settentrionale. L'aquila (l'Impero Romano, l'Esercito Italiano) è circondata, in segno di buon auspicio e allo stesso tempo di conquista, dalla corona di alloro trionfale perché simbolo di gloria, di vittoria, di sapienza, di fama e di onore. 

² Durante la commemorazione a Piazza Armerina presso la Commenda dei Cavalieri di  Malta in ricordo del Gen.le Cascino nel Cenetenario della Morte il 29 settembre 2017 lo storico Giuseppe Mazzaglia in suo studio, prossimo alla pubblicazione, ha anticipato che il numero esatto risultante dagli archivi del Ministero della Difesa è di 304. Pertanto, appena in possesso del volume verranno aggiornati sia il numero che i nominativi dei caduti piazzesi nella 1^ Guerra Mondiale. 

(continua)

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Giovani piazzesi da ricordare sempre/1

Il monumento ai Caduti di Tutte le Guerre, Piazza Armerina

1

Era da tanto tempo che avrei voluto parlare di questo argomento, ma i numerosi nominativi dei caduti nella 1^ Guerra Mondiale scolpiti sul monumento, alcuni dei quali poco leggibili, se non addirittura illeggibili, mi avevano convinto a rimandare. Fino a quando, in queste settimane, la curiosità di sapere tutti i nomi dei giovani Piazzesi che non poterono raccontare ai loro cari le pene vissute durante l’esperienza bellica, ha prevalso e, pazientemente, li ho ricopiati per proporveli sul mio sito. Questa ricerca con elencazione, mi ha portato a riflettere soprattutto su una cosa: che se tra questi nomi ci fosse stato pure quello di mio nonno ‘Ngiulìnu Masùzzo u bersaglìer classe 1893, non starei qui a parlarvi degli altri 288 giovani “fortunati” che all’inizio del secolo scorso non ebbero la possibilità di sposarsi, avere dei figli e quindi dei nipoti, come sarebbe stato giusto e normale e, per giunta, senza sapere neanche il perché. A Piazza abbiamo due monumenti eretti a ricordo dei soldati morti nella Grande Guerra e che in realtà sono <<non semplici manifestazioni di “pietas” umana, religiosa o meno, ma veri e propri “oggetti” di memoria e di monito civile per le generazioni successive>>. Sono tutti e due posti a circa 100 metri l’uno dall’altro, al centro della piazza Generale Cascino e nell’ex Piano Duilio, accanto alla chiesa di Santo Stefano, ma ambedue voluti durante il Ventennio Fascista. Il più recente (del 1940) è dedicato esclusivamente al Generale Antonino Cascino (1862-1917) e ai soldati della sua Brigata “Avellino” caduti sul Monte Santo e Monte San Gabriele (Go); il più antico (del 1925) nell’ex Piano Duilio prima fu dedicato ai Caduti Piazzesi durante la Grande Guerra del 15-18, poi anche ai Caduti Piazzesi di Tutte le Guerre. L’elemento più visibile del Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre di Piazza Armerina, situato nell’ex Piano Duilio, dal 2014 Piazzale Generale Litterio Villari, sono le due figure (n. 1 nella foto) fuse nel bronzo poste dinnanzi alla colonna che sorregge il braciere perpetuo (n. 4 nella foto) del fuoco sacro della Patria¹. Una delle due figure rappresenta un soldato (fante, ardito) della Prima Guerra Mondiale (1915-1918) a petto scoperto² che tiene nella mano destra un gladio romano, simbolo degli "arditi", reparto speciale di assalto del Regio Esercito Italiano durante la 1^ G.M., a cui apparteneva mio nonno³.

¹ La fiamma sempre accesa rappresenta l’atto di fede nella sopravvivenza dello spirito del defunto, il conforto al lungo viaggio della morte e il segno della presenza di coloro che operano la sepoltura accanto alla persona amata. La fiamma della memoria per i propri morti durante i conflitti militari, starà sempre accesa a dimostrazione che non verranno dimenticati né da coloro che li hanno conosciuti da vivi, né da coloro che conosceranno le loro imprese dal racconto di chi li ha conosciuti.    
² La nudità è una metafora che raffigura l’essenza dell’uomo privatosi di ogni legame terreno per affrontare la prova suprema dell’ardimento e della morte in battaglia, e per rappresentare l’evidenza, la fisicità e la forza della vittoria.
³ Il maresciallo degli alpini in congedo piazzese Salvatore Trebastoni, in un commento al post Chi vince e chi perde? 2 del 10 agosto 2016, oltre a ricordarci che fu suo padre Carmelo, reduce della 2^ G.M., assieme ad altri reduci, a promuovere l’aggiunta dei nomi dei caduti nel 2° conflitto mondiale alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, ci indica che a sistemare le 2 aquile con corone di alloro in bronzo, situate sui montanti laterali, e la spada del condottiero danneggiata da tanti anni, fu il cognato fabbro Salvatore Ficarra alla fine degli anni Novanta.

(continua)

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Sogni realizzabili, forse

Ieri mattina ho visitato POLICROMIA <<mostra di tesi di laurea in Architettura il cui intento è illuminare il patrimonio culturale costruito a Piazza Armerina di una luce nuova e policroma, attraverso interventi di architettura contemporanea che ne valorizzino le qualità visibili e nascoste. Molti degli edifici oggetto delle tesi si trovano ai margini del circuito culturale e turistico del territorio; altri invece, da poco restaurati, stentano ad esercitare il ruolo culturale naturale che gli appartiene. Crediamo che meritino un'opportunità di rivalsa e che possano trasformarsi da "architetture mute" a reale motore economico e culturale del territorio. Obiettivo della mostra è proprio riappropriarsi dell'identità locale>>. Sono uscito dopo una lunga chiacchierata con alcuni giovani architetti, soddisfatto e speranzoso. Soddisfatto per aver riscontrato in loro un'entusiasmo incontenibile che avevo dimenticato, speranzoso per la relizzazione di almeno uno dei loro progetti di restauro. Uno su tutti quello che riguarda il "mio" Istituto Magistrale con tutto il piano del Patrisanto (Teatini) antistante. Sogno irrealizzabile? I 12 architetti che espongono le loro tesi sono: Chiara ALBERGHINA, Claudia CANGEMI, Salvatore CIANTIA, Sonia COLLETTA, Salvatore CONOSCENTI, Luca FAUZIA, Chiara FICARRA, Filippo LA LEGGIA, Roberto LA MONICA, Daniele MILITELLO, Federica NOVELLO, Marco RAFFIOTTA.

PROSSIMI APPUNTAMENTI:

- oggi 14 dicembre ore 15 SEMINARIO sull'illuminazione degli spazi liturgici e dei beni monumentali;

- giovedì 22 dicembre ore 19 CONCERTO di pianoforte;

- mercoledì 28 dicembre ore 19:30 APERITIVO al Museo.

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Edicola n. 47

Questa è l'Edicola Votiva n. 47 ed è la 3^ a sx salendo la strada che porta all'eremo di Piazza Vecchia. Si trova accanto al cancello della famiglia Libertino che l'accudisce con ottimi risultati. E' la più antica dell'edicole votive che si trovano lungo il tragitto che la Madonna di Piazza Vecchia fa due volte all'anno, la domenica precedente il 3 maggio, quando dall'eremo si reca alla chiesa degli Angeli Custodi al Monte, e il 3 maggio, quando torna all'eremo, sempre seguita dai fedeli in processione. E' diventata consuetudine che il fercolo della Madonna, portato a spalla dai giovani abitanti del quartiere Monte, varchi il cancello, a dx nella foto, per sostare qualche minuto nel cortiletto, mentre la famiglia Libertino offre qualche rinfresco ai portatori, ai musicanti e ai fedeli, prima di riprendere la ripida salita. Di questa usanza abbiamo anche qualche foto degli anni Sessanta. Ovviamente l'immagine racchiusa nell'edicola rappresenta la Madonna, ma in questo caso riproduce quella custodita in Cattedrale, Maria SS. delle Vittorie patrona di Piazza Armerina. Da notizie precise sono venuto a sapere che la costruzione risale a mezzo secolo fa, quanto l'età di un componente della famiglia. Infatti, il capofamiglia, avv. Gaetano Libertino, quando nacque il figlio Aldo, fece il voto di spostare la piccola edicola che si trovava di fronte al cancello, ma sempre soggetta a crolli della parete arenaria in cui era inglobata, dall'altra parte della strada, molto più stabile e in vista. Nel nuovo sito è chiaro l'utilizzo nella cornice esterna dei laterizi, ovvero dei mattoni pieni in terracotta che a Piazza chiamiamo zucculetti, per una storia/leggenda di secoli fa che racconterò un'altra volta.

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Aguzzate la vista n. 26

Questo quesito che la rubrica "Aguzzate la vista" di oggi vi propone, lo ammetto, è molto difficile. Si può dire che è per specialisti con l'occhio allenato e sopraffino. Cos'è e dove si trova?

SOLUZIONE

La soluzione di questo "Aguzzate la vista" è arrivato prima del previsto. La trovate tra i commenti. Già nel primo commento di Wiggy, si parla di cosa fosse rappresentato nel disegno: una morsa parallela da banco, un calibro a compasso e una squadra di metallo, il tutto posto su un banco per fabbro/meccanico. Vtr, invece, indica dove si trova il disegno, ovvero sulla porta, o meglio quello che rimane della porta, del laboratorio di meccanica (il V) dell'edificio che per oltre mezzo secolo ospitò l'orgoglio della Scuola Pubblica Piazzese, cioè l'Istituto Tecnico Industriale. Per la serie "Quanto siamo spreconi", tutti i capannoni che ospitavano i laboratori, dove più di mille studenti si esercitavano, sono stati lasciati in uno stato pietoso e abbandonati da oltre trent'anni. Una cosa del genere potrebbe essere accettata, anch'essa difficilmente, se questa "maschera", come diceva un mio conoscente, fosse ubicata a qualche chilometro di distanza dal centro abitato. Come per esempio l'ex sanatorio, l'ex palazzetto dello sport e uno dei due nuovi palazzetti dello sport. Ma qui si parla di un luogo di centinaia e centinaia di mq. in pieno centro abitato (come l'ex Cinema Ariston), e non storico ma moderno e pieno di negozi, banche e attività commerciali e, per giunta, appiccicato ad una delle sedi comunali sempre molto frequentata. Io lo considero a tutti gli effetti come un pugno in un occhio. Tetti e pareti crollati¹, erbaccia che nel tempo è diventata boscaglia con alberi, abitat che ormai accoglie numerose colonie di simpatici animaletti che, secondo me almeno per la frequenza assidua, possono aspirare a un diploma di perito industriale. Su nove capannoni che coprono quasi l'intera via Intorcetta, solo i primi due e l'ultimo sono "utilizzati". Come magazzini i primi due accanto alla palestra, anch'essa inutilizzata, e come garage all'aperto del parco auto del Comune l'ultimo. Quindi sono 6 quelli che potrebbero essere recuperati e messe a disposizione dei cittadini, soprattutto per rimediare a questa perenne "maschera". Troppo difficile: nan ggh su i pìcciuli!  

¹ Se guardate le immagini su googlemaps/Street View del 2009 e quelle dall'alto del 2016 vi rendete conto che ancora allora c'erano i tetti, oggi nel III, IV, V e VI non più per i bombardamenti dell'incuria.

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Visti dagli altri/7

Palazzo Trigona di Mandrascate e Azzolina nel quartiere Monte, P. Armerina

Lo scrittore Salvatore Cosentino di Mirabella Imbaccari, dopo vent'anni dalla pubblicazione del suo primo libro La Benzina Solida, Catania 1987, ne pubblica un secondo sullo stesso tema, Il Giallo della Benzina Solida, Barrafranca 2007. Dopo aver parlato nel primo libro di Piazza Armerina, città di nascita dello scienziato Gaetano Fuardo (1878-1962), anche nelle prime pagine del secondo ci descrive la nostra Città aggiungendo altre caratteristiche ed impressioni.

<<PIAZZA ARMERINA. Piazza Armerina è una città paradossale, dove il tempo scorre come un fiume a zigzag, lento e quasi stagnante. Le sue bellissime case in pietra intagliata, di color giallo-ferrigno, il silenzio sonnolento dei suoi cortili, danno il senso dell'austerità cimiteriale. Le sculture antropomorfe delle mensole che reggono i lastroni di pietra dei balconi, sembrano i testimoni divertiti, che seguono la vita dei passanti che nascondono, di giorno, le loro vicissitudini e, di notte, i soliloqui spesso esaltatati dal buon vino. Questo centro dell'interno, nella zona orientale dell'isola, fa parte della Sicilia babba, cioè bonaria, rassegnata, dell'antica civiltà contadina dei Siculi. Gli uomini qui nascono col destino influenzato da un paesaggio idilliaco, della oscura macchia mediterranea, che sopravvive miracolosamente fin dalla presitoria. Una terra di profumi acri di lumache, di uomini dotati di fertile fantasia e di poeti dialettali, (della tradizione gallo-italica), ma sconosciuti oltre le mura della città. Molti, però, si pentono di non esser nati nell'altra Sicilia ( quella di Occidente, di tradizione Sicana) mafiosa e furba, dove si può toccare col dito il cielo del potere e della ricchezza. del successo politico, della rapida carriera, senza molta fatica. Infatti Sciascia diceva che a Palermo basta trovare la chiave giusta o la intermediazione adatta, per ottenere l'impossibile. Le attività produttive che non sono connaturate ai piazzesi, sono l'industria e la speculazione economica. Vive qui, infatti, un inconsueto genere di umanità che, per un sorriso di donna, per un caso pietoso, o per la commozione di un vecchio, si può mandare a gambe per aria un buon affare. Non parliamo del fascino abnorme che esercita il forestiero. Infatti, il linguaggio di chi viene da lontano ha il potere di disarmare l'iracondo, il diffidente o il furbo, come per un prodigio. D'altro canto, in Sicilia, il culto antico dell'ospitalità è ben noto e rasenta spesso la dabbenaggine. Diversi anni fa, un mercante piazzese di antiquariato mi propose l'acquisto di un quadro dell'Ottocento, un bellissimo San Francesco in estasi, se gli davo soltanto 100 mila lire per la bellissima cornice dorata. A suo parere, il valore del prezzo stava nella cornice. E la tela l'avrebbe regalata, dopo, al primo cliente di passaggio. Il ministro di Giuliano l'Apostata, Claudio Mamertino, duemila anni fa, fu il più illustre forestiero che restò affascinato dall'ambiente piazzese e dal costume bonario e aggraziato della sua gente. Proprio qui, costruì la famosa villa del Casale ornandola con i preziosi mosaici, ormai noti in tutto il mondo. I Normanni, affascinati dai languidi occhi neri dele donne piazzesi, segnati da un velo di tristezza - che è forza irresistibile e ammaliante -, innestarono il seme inconfondibile della loro razza, dando la più felice caratterizzazione etnica della fusione degli opposti. Infatti oggi si incontrano facilmente delle brune che ti elettrizzano con due grandi occhi azzurri o, donne dai capelli niondi naturali, con occhi nerissimi. In questo ambiente fantasioso, vivificato soltanto dalle periodiche controversie politiche e dal pettegolezzo di provincia, gli esclusi e i vinti trovano vitalità soltanto nella poesia e nella meditazione filosofica, anziché nelle idee positive>>.

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Le vie di Piazza/E - F

La Cattedrale di Piazza Armerina (1605-1875)

Dal 20 ottobre 2016 ho iniziato ad elencare tutte le strade di Piazza Armerina, con scritto accanto da dove iniziano sin dove arrivano, per meglio localizzarle. Lo scopo principale è quello di far conoscere ai Piazzesi e non il nome sia delle strade conosciute, sia delle tante sconosciute ai più e con nomi particolari. Ogni post elencherà le vie in ordine alfabetico e, per quanto possibile, è stato messo a chi è stata intitolata. Si accettano segnalazioni di eventuali vie sfuggite nella compilazione.

E

Via EMMA, (Filippo, fidecomm. chiesa Madre 1816) da salita S. Stefano a via Udienza
Via ENNA, da via Vitt. Veneto a c.da Aldovino
P.zza EUROPA, (vedi piazza FALCONE-BORSELLINO)

F

Via FALCONE, (Filippo, caduto 1^ G.M.) da via Carmine a via Cancarè
Piazza FALCONE-BORSELLINO, (magistrati) da via G. Lo Giudice a via Chiarandà
Vico FARINA, (Salvatore, caduto 2^ G.M.) da via Santangelo a via Salemi
Vico FASCIANO, (Salvatore, caduto 2^ G.M.) da via Impellizzeri a via Carbone
Via FASULLO, da via Lo Re a via Stradonello
Via FAUZIA ANGELO, (caduto 2^ G.M.) nella via F. Guccio
C.le FAVARA, nel vico Favara
Via FERRANTE, (Concetto, caduto 2^ G.M.) da via Monte a via Michelangelo Giarrizzo
Via FERRO, da salita Gammuzza a via G. Verga
Arco FICARRA, (Salvatore, caduto 2^ G.M.) da via Stivala a via Parlascino
Vico FIRENZE, nella via G. Matteotti
Via FLORESTA, (baronia) da piazza Castello a piazza Duomo
Vico FLORISTELLA, (baronia, miniera) nella via Don Milani ex via Padova
Via FONTANAZZA DOMIZIO, (musicista) da via A. Verso a via Diana
Via FONTANELLE, (contrada) da via Manuella a via S. Principato
Via FOSCOLO UGO, (scrittore) da via Chiarandà a via Caltanissetta
Via FRA MICHELE DA PIAZZA, (storico, francescano) da via Monza a via Francesco Cagno
Vico FRANCHINO, (Egidio, prevosto Cattedrale, storico) da via Pergola a via Celso
C.le FUARDO, (Gaetano, uff. medico 1848 o Gaetano, scienziato XX sec.) nella via Fuardo
Via FUARDO, (Ignazio, frate benefattore XIX sec.) da via Mazzini a via Garibaldi
Piazzetta FUNDRÒ, (antico borgo) da piano A. Roccella a via Cavour
C.le FURNARI, (famiglia) da via Stabile a via Furnari
Via FURNARI, (Andrea, massaro) da via Madonna Rocca a via Muzzicato

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Le varie età dell'uomo

Nel post Che bedda a v'gghiàina! del 25 ottobre 2016, a corredo della poesia "Avanzando con gli anni..." del poeta piazzese Francesco Manteo, avevo pubblicato una foto della stampa "Le varie età dell'uomo" che guardavo a casa dei nonni negli anni 50. Considerando che le didascalie dei vari gradini, corrispondenti all'età dell'uomo, erano poco leggibili, ho fatto qualche ricerca chiarendomi cosa ci fosse scritto. Inoltre, nella foto in alto ne riporto un'altra, che aggiunge le "simpatiche" caratteristiche delle età che si attraversano lungo tutto l'arco della nostra vita, riprese dal blog "Melodiestonate-Un blog da leggere... Per chi ha tempo da perdere". E' sempre bene tener conto che le stampe si riferiscono alla vita che si conduceva nei primi anni del Novecento e di come sia cambiata (in meglio?) in tutti questi anni. Come cambierà nei prossimi 100? 

1° Gradino: "Nascita" Apre gli occhi alla vita terrena, inizia l'età della gioia e della pena.

2° Gradino: a 10 anni, Infanzia - La vita ei trascorre a dieci anni, con pochi pensieri e senza affanni.

3° Gradino: a 20 anni, Giovinezza - Nella balda giovinezza lieta, al fronte d'amor il cor disseta.

4° Gradino, a 30 anni, Virile - Or da allegri bambini attorniato, dall'amore gode il frutto beato.

5° Gradino, a 40 anni, Età della discrezione - Or che del mondo divenne esperto, ognor d'ingegno si fa più esperto.

6° Gradino, a 50 anni, Età stazionaria - Ben rievocando il dolce passato, lieto si sente del proprio operato.

7° Gradino, a 60 anni, Età declinante - Con il rimpianto degli anni fuggiti, ei rivive gli affetti sentiti.

8° Gardino, a 70 anni, Vecchiezza - Poiché le forze vanno scemando, passa tranquillo le ore vagando.

9° Gradino, a 80 anni, Debolezza, Lento e cauto cammina il vegliardo, dando al passato un languido sguardo.

10° Gradino, a 90 anni, Rimbambimento - Reclina ormai il capo il venerando, la stanca vita al sostegno fidando.

11° Gradino, a 100 anni, Dio Mio, abbia pietà di me - De' suoi giorni al termine or giunto, al ciel egli attente d'esser congiunto.

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