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La storia di Virticchio, alla piazzese V’rtìcchiu

A sinistra la marionetta di Nòfriu, a destra quella di V'rtìcchiu Avendo sottomano un vocabolario galloitalico–italiano, mi sono imbattuto in un termine che da bambino lo sentivo pronunciare dai miei genitori. Le occasioni erano le più disparate: da mia madre lo sentivo quando parlava di qualche conoscente dal carattere volubile; da mio padre quando ricordava un cliente particolare in maniera canzonatoria. Il termine che ai tanti giovani piazzesi sarà completamente astruso e incomprensibile, a qualche mio coetaneo lo riporterà indietro di oltre 60/70 anni. La parola è V’rtìcchiu. La storia…

I cutupìddi

I CUTUPÌDDI La parola cutupìddi ci riporta indietro alla nostra infanzia (parlo per i nati negli anni Cinquanta e/o Sessanta), quando alla richiesta piena di fervore e speranza «papà che purtàtu?» lui, a tamburo battente, rispondeva con nonchalance «cutupìddi!». E tutto finiva lì. L’altro giorno un amico coetaneo, con le mie stesse manie e curiosità, mi ha chiesto cosa fossero in realtà i cutupìddi, oltre al comune intendere di «nulla di nulla» o «poco o niente». Tornato a casa cu pùl’sg ‘ntèsta, a chi potevo rivolgermi, visto che il mio…

Un po' de "Il nome della rosa" in Biblioteca

Il volume Super Physicam Aristotelis del 1494, Biblioteca Comunale, Piazza Armerina Un po' de "Il nome della rosa" in Biblioteca In una teca della “Mostra del Libro antico” presso la Biblioteca Comunale “Alceste e Remigio Roccella” di Piazza Armerina, fa bella mostra, tra i tanti volumi esposti, un volume che attrae subito l’attenzione dei visitatori, sia per l’antichissima rilegatura “in mezza pelle su assi di legno” dove sono rimaste, nel margine di dx, persino gli incavi dov’erano poste due cerniere, che dovevano servire a tenere chiuso il volume agganciandosi con…

Un mulino millenario

Gli archi a sesto acuto del mulino di Donna Guerrera, Piazza Armerina Nel cerchio l'anno 1829 nella vasca di raccolta dell'acqua del mulino Il mulino millenario Il mulino di Donna Guerrera (o Guerriera), ancora esistente, forse ancora per poco viste le pessime condizioni (vedi foto), è situato a 2 km a sud-est dal centro abitato di Piazza Armerina, accanto alla sede stradale della SP15 Piazza-Barrafranca, lungo la valle tra il colle di Piazza Vecchia a nord e il monte Mancone a sud. Il mulino, come i tanti esistenti lungo il…

Conversazione Piazza Garibaldi/6

(dalla 5^ parte) Attaccato al Palazzo di Città c’è il Palazzo che prima ospitava un albergo (foto in alto). Poi l’edificio dell’albergo, in pessime condizioni, fu riedificato, come lo vediamo oggi, dal barone e deputato Salvatore Camerata, originario di Butera. Al centro della facciata c’è una lapide del 1921 che ricorda i combattenti morti nella I Guerra Mondiale (foto in mezzo). L’edificio restaurato fu prima l’abitazione del barone Camerata, poi questi si trasferì nel palazzo Starrabba di via Garibaldi, per essersi sposato con una Sceberras, e il palazzo divenne la…

Conversazione Piazza Garibaldi/5

In giallo come doveva essere l'inferriata sul piano dinnanzi al Palazzo di Città di Piazza Armerina (dalla 4^parte) La prof.ssa Lucia Todaro riporta una poesia in galloitalico del notaio Remigio Roccella, dove parla di quello che si può vedere sul CIÀNGH Î FERRI Â CÖRT (sul Piano con l'inferriata nella corte del Palazzo di Città) in piazza Garibaldi, prima del 1884. Io l’ho tradotta così:«Sotto il portone del palazzo di Cittàc’è uno spiazzo circondato da un’inferriata.Questo luogo è sempre pieno di oziosi,che non vuole lavorare e qui passeggiano, dato che…

Conversazione Piazza Garibaldi/4

Chiesa di San Rocco o Fundrò, Piazza Armerina Palazzo di Città ex Palazzo del Senato, Piazza Armerina (dalla 3^ parte) Dal Calendario alla Ciaccësa della prof.ssa Lucia Todaro veniamo a sapere che a Piazza c’era questo «MÒDU CURIÖS D’ PAIÈ I DEB’TI», che io ho cercato di tradurre così: - MODO CURIOSO DI PAGARE I DEBITI (una specie di gogna) -«Guardando i basamenti sotto il campanile della chiesa di Fundrò [nei riquadri in giallo foto in alto] o a fianco del portone del Circolo di Cultura, si capisce che prima…

La «Presentazione al Tempio» di Fundrò

Bottega siciliana XVII secolo, Presentazione al Tempio, particolare, Piazza Armerina, chiesa San Rocco (Fundrò) Girolamo Alibrandi, Presentazione al Tempio (1519), Messina, Museo Regionale Come avevo accennato in Conversazione Piazza Garibaldi/3, nella chiesa di San Rocco, altrimenti intesa anche di Fundrò, è presente, nella parete di sx, un quadro (foto in alto) a olio su tela di cm 140 x 160, rappresentante la Presentazione al Tempio. «Il dipinto apparterrebbe ad un ignoto pittore della prima metà del XVII secolo di bottega siciliana. L'autore della tela ha potuto probabilmente osservare direttamente l'opera…

Conversazione Piazza Garibaldi/3

A sx Chiesa di San Rocco o Fundrò, a dx Municipio, Piazza Armerina Chiesa di San Rocco o Fundrò, Piazza Armerina (dalla 2^ Parte) Continuando la spiegazione della facciata dell'odierno Municipio, notiamo sullo stemma tondo di sx dei Padri Benedettini e sull'altro tondo delle due famiglie piazzesi Calascibetta e Villanova di dx (nei cerchi gialli della foto in alto) due cornici attorno a due lapidi in marmo, contenenti scritte fasciste che furono cancellate con lo scalpello subito dopo la guerra, in quella di dx ci sono ancora i fasci laterali.…

Conversazione Piazza Garibaldi/2

A sx Chiesa di San Rocco o Fundrò, a dx Municipio, Piazza Armerina Stemma famiglia Calascibetta/Villanova, facciata Municipio, Piazza Armerina (dalla Parte 1) Aumentando la popolazione, lo slargo Piano del Borgo è chiamato Foro Centrale, oppure Piazza Maggiore che, a metà del Cinquecento, assume pure la denominazione di Piazza Pescara, di cui ci parla il generale Litterio Villari nella sua opera¹: «La nostra città accolse il viceré don Francesco Ferdinando de Avalos d’Aquino, marchese di Pescara, nell’anno 1569, ottenendone l’approvazione del progetto di costruzione dell’attuale piazza Garibaldi, che allora era…
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