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Cose

Scendelavacca

Questo sì che era un gioco pericoloso. Lo chiamavamo SCENDELAVACCA e prendevano parte più giocatori. Chi iniziava doveva appoggiarsi a un palo o a un altro ragazzo che non partecipava, per non sbattere contro al muro. Gli altri della stessa squadra si disponevano dietro in fila piegati per formare la schiena della VACCA. I componenti della squadra avversaria saltavano a turno per salire sulla schiena. Quando erano saliti tutti bisognava resistere e, se si voleva esagerare, battendo le mani, quindi solo con la forza delle gambe, stile rodeo, per un…

A t'rzalöra

Ieri Enrico B. ha indovinato il nome. La rivoltella o pistola a tamburo o, in inglese, revolver, alla ciaccësa era chiamata T'RZALÖRA. Ma questo termine trizzalora poteva indicare anche altre cose in altri posti della Sicilia: a) la campana che si metteva al collo delle pecore; b) l'alzavola, la più piccola delle anatre detta anche pappardedda; c) il piccolo mattone di tufo; d) l'arma e il fucile. Lo spunto per parlarne me l'ha dato mio padre, che l'altra sera mi raccontava di un signore che possedeva na t'rzalöra ancora più…

La rivoltella

Lo sapete con quale nome curioso veniva chiamato la rivoltella o revolver nella nostra lingua gallo-italica? E' stato indovinato il nome. Domani mercoledì la soluzione completa. cronarmerina.it

U Campanaru

Questo era (non so se viene ancora praticato) un gioco esclusivamente femminile. Infatti, non mi ricordo di aver visto maschietti giocare in questo modo, come altrettando raro era vederli alle prese del salto della corda o ai quattro cantoni. U campanaru era uno dei giochi più antichi praticati all'aperto. Una volta disegnata col gesso (recuperato da qualche vecchio muro, ma quello preso in "prestito" da scuola era migliore) la campana veniva divisa in caselle numerate. Si lanciava un sasso piatto nella prima casella e lo si raggiungeva saltellando su un…

Gli indispensabili TRISPI

I trispi a "riposo" I trispi sorreggono l'astràtt L'altro giorno non mi sono fatto scappare l'occasione di fotografare degli accessori d'arredo di cui si è persa la memoria. Sono quegli oggetti in ferro nella foto in alto indispensabili, sino alla metà del secolo scorso, nelle camere da letto: I TRISPI. Questo termine in dialetto piazzese moderno deriva dalla lingua gallo-italica ad a ciaccësa più antica TRÈS'P'T = TRESPOLO, TRISPITE, CAVALLETTO. Erano indispensabili perché sostenevano le tavole di legno, sostituite in seguito dalle reti metalliche, che a loro volta accoglievano i…

Crescita bizzarra

CÈ!? TALÈ UNN'È A F'CUDÌNNIA, SÖVRA A CANALÀDA! CÈRT CH' GGH' N'HA D FANTASÌA! (oggi c/o Salita Cappuccini) Gaetano Masuzzo/cronarmerina

I f'rrètti

Gioco praticato esclusivamente dai maschi, salvo qualche rara eccezione, per strada, meglio se no curtìcch (nel cortile). L'attrezzo indispensabile era formato da due pezzi di legno, uno quasi il triplo dell'altro, quest'ultimo con le estremità appuntite per permetterne il sollevamento da terra una volta colpito dall'altro, per poi ricolpirlo al volo. Lo potevamo considerare un misto tra i giochi del baseball e del cricket, anche se con regole diverse. L'obiettivo principale era quello di conseguire più punti dell'avversario. I punti erano determinati da quante volte il ferrètto più grande, in…

Crastöi e Aìri

U crastöngh L'aìr (cantareus apertus)* Nei pomeriggi d'estate di tanti anni fa, quando ancora eravamo bambini, in agosto se ricordo bene, qui a Piazza, ai primi temporali che incominciavano a rompere la calura estiva, mio nonno era solito dirmi: "Duman mattinu prestu cu a fr'scùra nèscnu i crastöi e macàri truvamu l'aìri!". Per me che ero già sin da allora innamorato di questo luogo, era un'occasione per respirare aria di eucalipti al mattino presto e, nel frattempo, cercare tra l'erba ancora bagnata queste grosse lumache marroni e anche nere. Quanta…

I babalùcci

Oltre e chiàpp'ri in questi giorni è facile trovare ai bordi delle nostre strade un altro "passatempo" culinario dei Piazzesi, I BABALÙCCI (termine derivante dall'arabo babùsch=lumaca). Sì, a Piazza appena inizia l'estate iniziano i concerti musicali, non come prima ntê curt'cchi, ma nei condomini. Oggi, un po' meno di qualche decennio fa, la musica è sempre quella che si fa succhiando gli "strumenti" che altro non sono che gli invetebrati con la roulotte. Questo è il periodo dei babalùceddi (lumachine), poi quello dei babalùcci (lumache più grosse e rigate). Successivamente,…

Capperi!

In questi giorni non è difficile trovare per le nostre vie venditori di CHIÁPP'RI (nella foto quelli di via Mazzini), pianta tipicamente mediterranea che ama il caldo e il sole. Addirittura vive persino nel deserto del Sahara. Il nome deriva dal greco Kàpparis che a sua volta deriva dall'arabo al-qàbar. Ottimo nelle insalate e nelle salse contiene anche proprietà digestive e toniche.Se non ricordo male c'è un detto per dire di non prendersela tantu è brodu di chiàpp'ri! cronarmerina.it
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