Ricordi inediti su P. Carmelo Capizzi/1
Salvatore Capizzi, fratello di P. Carmelo S.J.
Nel mese di marzo scorso ho pubblicato 5 post sul Profilo bio-bibliografico del gesuita piazzese P. Carmelo Capizzi (1929-2002). A distanza di qualche mese vi propongo alcuni Ricordi e fatti inediti riguardanti sempre la vita di P. Carmelo, ma raccontati dal fratello minore Salvatore (nella foto). Questi, nato a Piazza Armerina il 26 maggio del 1939, 5° dei nove figli (il 6°, il 7° e l'8° sono morti durante la II Guerra Mondiale, mentre la 9^ ha 71 anni) dopo aver studiato per prendere la licenza media a Catania presso il Collegio dei Gesuiti, si è arruolato nell'esercito per frequentare la scuola militare, prima a Spoleto e poi alla Caserma “Cecchignola” a Roma. Trasferito a Belluno, ha fatto la carriera di Sottufficiale col grado di Maresciallo Maggiore Aiutante nel corpo degli Alpini sino al 1991, quando è stato collocato in pensione. Sposato per 32 anni con una bellunese, dalla quale ha avuto due figli che gli hanno donato tre nipoti, adesso è vedovo da 19 anni e vive a Belluno.
Salvatore Capizzi attraverso la pubblicazione di questi ricordi e fatti inediti sulla vita del fratello maggiore Carmelo, gran parte dei quali venuti a sapere dalla propria madre perché lui era più piccolo di dieci anni, vuole fare conoscere ai propri concittadini oltre l'alta statura intellettuale e morale, anche la forte personalità e la profonda umanità che potrebbero non trasparire dal Profilo bio-bibliografico di P. Carmelo.
Ricordi e fatti inediti/1
La cicatrice perenne
Come risulta dall'autobiografia, mio fratello nacque a Piazza Armerina il 14 luglio del 1929, da famiglia povera, primo di nove figli. Nostro padre era bracciante agricolo e nostra madre casalinga. Quando Carmelo cominciò ad andare a scuola, si capì subito che era un bambino molto intelligente a cui piaceva tanto studiare e soprattutto leggere. Leggeva tutti i libri che gli capitavano sotto mano, memorizzava tutto grazie alla sua portentosa memoria visiva. Per poter acquistare qualche libro, escogitava qualsiasi espediente e da bambino, per guadagnare onestamente qualche soldo, andava persino a raccogliere le nocciole, dato che a quei tempi a Piazza abbondavano i noccioleti. Quando c’era la fiera del bestiame nella nostra città il 28 e il 29 maggio al piano Sant’ Ippolito, lui si procurava una brocca d'argilla, la riempiva d’acqua fresca e la portava in fiera per dare da bere ai mandriani in cambio di qualche soldo. Fu proprio in una di queste circostanze che, mentre mio fratello porgeva da bere a un signore in sella al suo cavallo, l'animale irrequieto con uno scatto repentino si girò dandogli un morso sul viso, provocandogli una ferita che iniziò a sanguinare copiosamente. Il mandriano, preoccupato dell'incidente, a grande velocità e con lo stesso cavallo, portò Carmelo all'ospedale, dove gli furono praticate le cure del caso dandogli tre punti di saturazione al mento. Quella cicatrice rimase perenne.
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